Il provvedimento che è stato emesso dal Tar del Lazio respinge il ricorso presentato dalla Sfattoria degli Ultimi e, dunque, prevede l’abbattimento dei circa 140 animali, tra maiali e cinghiali, che sono presenti all’interno della struttura:
“Pur non essendoci una seria ragione per derogare alle misure di profilassi e contenimento del virus PSA, l’Asl, in via interinale e nelle more della disamina della causa in sede collegiale, può lasciare alla ricorrente stessa solo i due maiali non Dpa (sempreché ve ne siano le condizioni e previa precisazione di tutti gli accorgimenti affinché questi godano d’un trattamento consono e non fuoriescano dalla proprietà attorea) ed è tenuta, al contempo, a monitorare lo stato di salute degli altri maiali già sequestrati e avviati alla profilassi, valutandone la pericolosità attuale ed effettiva e, se del caso, provvedendo per l’abbattimento”.
Sfattoria degli Ultimi, la rabbia della fondatrice: “E’ un fatto inaudito, un accanimento, lede il nostro diritto alla difesa”
A questo provvedimento, la Sfattoria degli Ultimi, così come anche i circa 100.000 italiani che hanno firmato la petizione su Change.org, non ci sta.
A tal proposito, infatti, ha espresso il proprio dissenso e la propria rabbia la fondatrice della Sfattoria degli Ultimi, Paola Samaritani. Ecco quali sono state le sue dichiarazioni in merito a questa contorta vicenda:
“Stamattina mentre stavamo procedendo alla perizia per consegnare la documentazione che ci è stata richiesta per la biosicurezza al Tar del Lazio, ci è arrivata la notizia dai nostri avvocati che il termine di presentazione non è più il 18 agosto alle 23.59 ma stasera alle 23.59.
E’ un fatto inaudito, lede il nostro diritto alla difesa. Sembra un accanimento specifico contro di noi”.
Cosa è successo e perché si è arrivati a questo provvedimento
Dopo la comunicazione relativa all’abbattimento dei maiali e dei cinghiali che vivono all’interno della Sfattoria degli Ultimi, da parte dell’Asl Roma 1, per contrastare la peste suina, la struttura ha presentato ricorso al Tar del Lazio.
Negli ultimi due giorni i volontari hanno lavorato giorno e notte per fornire la documentazione richiesta dai giudici regionali e dimostrare lo stato di salute e la sicurezza dei propri animali rispetto alla normativa nazionale.
La struttura si trova all’interno della zona rossa decretata dal Commissario straordinario alla peste suina africana Angelo Ferrari.
Ciò nonostante, gli animali per i quali è disposto l’abbattimento sono stati salvati da situazioni che li avrebbero portati al macello, sono stati curati, registrati all’anagrafe presso l’Asl e tenuti in sicurezza come qualsiasi altro animale d’affezione.
Per questo la battaglia per salvarli continuerà e la data stabilita dal Tar del Lazio per l’udienza definitiva è stata fissata al prossimo 14 settembre.
Sfattoria degli Ultimi, l’appello di un volontario: “Chiediamo al sindaco di Roma e al presidente della Regione Lazio di venire a trovarci”
Ecco l’appello del volontario della Sfattoria degli Ultimi, Emanuele Zacchini:
“La nostra petizione su Change.org è tra le venti più votate in assoluto. Queste persone non lasceranno che questi animali vengano abbattuti. Sono tutti maiali salvati da allevamenti abusivi o cinghiali inurbati che abbiamo recuperato, anche alcuni cinghiali investiti dalle auto che abbiamo curato e salvato.
Non c’è nessun motivo per abbatterli sono qui perché gli abbiamo dato una seconda chance. Chiediamo al sindaco di Roma Roberto Gualtieri e al governatore della Regione Nicola Zingaretti di venire a trovarci e aprire un dialogo”.
Sfattoria degli Ultimi: numerosi appelli anche di esponenti politici contro il provvedimento del Tar di abbattimento degli animali
Ecco le parole di Nando Bonessio e Alessandro Cavaliere, esponenti di Europa Verde Ecologista:
“Salviamo la Sfattoria degli Ultimi e fermiamo l’abbattimento di circa 130 maiali e cinghiali ospiti della struttura. Si tratta di un provvedimento ingiusto, immotivato e immorale sotto il profilo etico perché colpisce esseri viventi sani non destinati alla produzione di alimenti e che, essendo stati salvati da violenze, per legge non possono essere abbattuti”.
Ecco la nota di Enpa, Leal, Leidaa, Lndc, Oipa e Tda:
“Auspichiamo che l’Asl consenta anche alle controparti di depositare propri documenti e chiarimenti affinché possa instaurarsi un equo contraddittorio e che manifesti essa stessa la volontà di trovare soluzioni alternative che consentano la salvezza di animali sani, chiusi in recinti, iscritti all’anagrafe e costantemente controllati”.
Non capisco le ragioni per cui questi animali debbano essere uccisi. E’ assurdo e sarebbe un precedente pericoloso. Ma cosa sta diventando l’Italia?
È solo un’inutile strage l’abbattimento degli animali della Sfattoria.