Per il partito dei “non candidati” anche Flavio Briatore spiega le ragioni che lo hanno spinto a non candidarsi alle prossime elezioni politiche.
Non mi candido. Se ne è parlato ma non c’è stato alcun tipo di approfondimento, la questione è rimasta in sospeso. Sono rientrato in Formula 1, ho 1.500 dipendenti nel settore della ristorazione e voglio dedicare del tempo a mio figlio. La mia routine è già abbastanza piena, non posso fare altro
Flavio Briatore intervistato dall’Agi
Briatore sulle elezioni politiche: “Chiunque governerà si assuma le responsabilità”
L’imprenditore Flavio Briatore racconta in un’intervista esclusiva i motivi per cui ha preferito non avanzare la sua candidatura alle prossime elezioni politiche e spiega inoltre per chi farà il tifo. Come consueto, Briatore non ha avuto peli sulla lingua:
Non c’è nessuna mia candidatura in ballo, l’unico mio auspicio è che vengano eletti ministri bravi, all’altezza della situazione. Ma anche sottosegretari bravi, consulenti bravi e che i manager delle grandi società controllate dallo Stato non siano nominati per favoritismo ma per la loro competenza. E che pertanto andrebbero pagati come una concorrente privata, assurdo pensare al tetto per gli stipendi
Flavio Briatore, imprenditore
La sua visione su ciò che accadrà dopo il 25 settembre è piuttosto chiara ed è accompagnata da un serio invito ai prossimi “governanti” ad assumersi le proprie responsabilità:
L’Italia ha bisogno di un corso politico che elimini definitivamente i tempi della burocrazia e sia rapida nel prendere le decisioni operative, cosicché i contribuenti non perdano soldi inutilmente. Per usare una metafora, risollevare il Paese è come risollevare una grande azienda, mi aspetto che i partiti si assumano la responsabilità del momento storico e delle sfide che ci aspettano. Non si può sbagliare con l’inflazione alle stelle, i costi dell’energia moltiplicati che mettono in ginocchio le imprese. Un pronostico? Speriamo che la destra abbia una forza tale per governare e che facciano cose importanti
Flavio Briatore
“Le aziende italiane devono restare un patrimonio nostrano”
Il focus poi si stringe su una serie di dossier legati alla privatizzazione di alcune società statali. In primis, Flavio Briatore porta l’esempio di Ita il cui sviluppo viene limitato dai problemi di natura burocratica:
Ci sono diversi esempi che mostrano un Italia al rallentatore come Ita (ex Alitalia): Si perdono soldi pubblici da 20 anni, mesi e mesi di lungaggini burocratiche che fanno solo perdere tempo. Privatizziamola e basta, c’è gente che vuole investire come il gruppo Msc e Lufthansa: si dia loro possibilità di farlo
Flavio Briatore
Poi, un passaggio sull’importanza di affidarsi a dei professionisti che abbiano un expertise profonda nel settore per aiutare tutta l’industria italiana:
Dal mio punto di vista questo tipo di operazioni ha poi sempre bisogno di avvalersi di consulenti esterni, che conoscano benissimo la materia in oggetto. Velocità di decisioni, pragmatismo, centralità delle competenze e capacità di valorizzarle: ecco cosa serve all’Italia per non svendersi agli altri Paesi. Le aziende vanno tenute in Italia, ma devono essere gestite da grandi manager pagati come la concorrenza. Allora le cose cambiano
Flavio Briatore