Qualche giorno fa un giornalista ha scritto che trovare una donna nei primi posti della lista per per le elezioni del 25 settembre era come cercare Pizzaballa nelle figurine Panini. E molti giovani si saranno chiesti chi era costui tanto da essere citato in un articolo di politica. Pier Luigi Pizzaballa, calciatore, ruolo portiere, a causa di un infortunio non prese parte agli scatti realizzati per l’album dei calciatori e la sua figurina della stagione 1963-64 non fu stampata insieme alle altre e per due mesi risultò introvabile. Non partecipò per quel periodo al famoso “celomanca” che ha appassionato generazioni di ragazzi ma faremmo torto a Pizzaballa se lo ricordassimo solo per questo. E’ stato un portierone, con 275 presenze in serie A tra Atalanta, Verona, Roma, Milan e un gettone di presenza nella nazionale di Edmondo Fabbri. Era un numero 1, che un tempo, prima dell’avvento del merchandising, distingueva il ruolo di portiere. Come un numero 1 era Claudio Garella, morto qualche giorno fa, vincitore di due scudetti con Verona e Napoli, bravo a parare con i piedi. Giampiero Galeazzi, lo chiamava Garellik, il il supereroe della porta, il guardiano a cui non viene perdonato il minimo errore. Se sbaglia il portiere è gol sicuro.

Non solo Zoff e Buffon ma anche Sarti, Cudicini e un portiere di riserva di nome Pacifico Cuman

Un ruolo affascinante nel mondo del calcio, decisivo. Nell’album dei ricordi non ci sono solo Dino Zoff, campione del mondo nell’82, o Gianluigi Buffon, nel 2006, ma tanti ottimi portieri che gli appassionati di un calcio epico non dimenticano e che ci promettiamo di riscoprire in qualche articolo su Tag24. Da Giuliano Sarti, campione d’Italia nel ’55-56 con la Fiorentina e poi numero uno della Grande Inter e della Juve, al Ragno Nero Fabio Cudicini, da Roberto Anzolin a Franco Superchi. E poi che storie sotto la maglia numero 12, quella del portiere di riserva. Adriano Reginato del Cagliari, per fare un nome. Giocò i minuti finali, per concessione del titolare Enrico Albertosi, nella partita che consacrò il Cagliari campione d’Italia nel ’69-70. E che dire di Pacifico Cuman, numero dodici per antonomasia. Per dieci stagioni al Napoli come riserva di un mito, Ottavio Bugatti, e poi di Claudio Bandoni e infine di Dino Zoff. Senza mai una polemica. Pacifico di nome e di fatto in un calcio che non c’è più.

Stefano Bisi