Le polemiche per la parlamentarie, i nodi aperti nella composizione delle liste e le candidature. Ma anche la riduzione dell’orario di lavoro settimanale e il reddito di cittadinanza: sono questi i temi affrontati durante l’intervista a Conte che il leader del Movimento 5 Stelle ha rilasciato questa mattina.

Riduzione delle ore lavorative settimanali

Una piccola squadra di 15 persone. Questa è la lista di Giuseppe Conte, che ha parlato all’indomani del voto sulle parlamentarie. Il presidente del Movimento ha dichiarato che non si tratta di “fedelissimi”, ma di persone in grado di contribuire alla realizzazione delle battaglie del Movimento. Tra queste il tema del lavoro è prioritario: Conte propone la riduzione di 4 ore dalle 40 settimanali a parità salariale, in particolare nei settori ad alta tecnologia. Ha anche detto di non aver definito il Movimento “di sinistra”, ma una “forza progressista” che promuove riforme come il taglio dei privilegi dei politici, passando per l’anticorruzione arrivando al cavallo di battaglia del M5s, il reddito di cittadinanza. Ecco il passaggio in cui spiega la scelta dei suoi “uomini”:

Ho proposto una piccola squadra di quindici persone che potrebbero garantirci l’efficacia della nostra azione, come Cafiero De Raho, Roberto Scarpinato, Sergio Costa, Livio De Santoli. Sono persone che possono contribuire a realizzare le nostre battaglie, anche questo fa parte del nuovo corso.

Poi il passaggio su Rocco Casalino:

Non l’ho lasciato a casa, lui l’ha dichiarato: ha pensato più volte di correre alle parlamentarie del Movimento, ma ha deciso di non farlo. Mi ha detto che era tentato, però ha comunque un incarico importante nella comunicazione.

Conte: “Il Pd ha le idee confuse”

Secondo Giuseppe Conte, il partito democratico ha le “idee confuse”. E afferma:

Letta aveva stretto un accordo con Calenda e l’obiettivo era rivedere il reddito di cittadinanza e il Superbonus. Oggi invece il Pd dice di essere una forza sociale ed ecologica, tutto il contrario di tutto. 

Per Conte il comportamento del Partito Democratico è stato “deludente e incomprensibile”. Il presidente del Movimento 5 Stelle non prova rancore nei confronti di Enrico Letta, ma per il leader 5 Stelle deve dare conto al suo elettorato delle alleanze che ha fatto.

Se alle elezioni non vincerà nessuno non ci sarà un Draghi bis.

dice Conte alla Stampa. E aggiunge:

La crisi di governo è da imputare alla volontà del premier, a Enrico Letta e Luigi Di Maio. Sono proprio Draghi e Letta ad essere stati zitti mentre Di Maio metteva a repentaglio l’equilibrio della maggioranza, dando vita a una nuova formazione durante in conflitto in Ucraina e accusando il Movimento 5 Stelle di essere una minaccia. Né il presidente del Consiglio, che è venuto in Parlamento e non ha voluto dialogare, né il Pd hanno detto nulla. 

Conte sul Reddito di Cittadinanza: “Eliminarlo sarebbe follia”

Non poteva poi mancare l’appunto sul Reddito di Cittadinanza, oramai tra i temi più discussi tra i suoi avversari politici. Conte ha naturalmente difeso un provvedimento storico del M5S affermando:

Eliminare un sistema di protezione sociale come questo – con l’Istat che ha detto che abbiamo salvato un milione di persone dalla povertà – sarebbe veramente una follia. Corriamo il rischio di una rabbia sociale, di una ribellione che non riusciremo più a contenere. Ne va della coesione sociale, non scherziamo.