E’ morto nella notte quando i giornali sono già in rotativa e il 16 agosto non escono. Molti on line si disinteressano della cronaca “minuta” e così chissà se mai sapremo il nome e cognome di quel camionista di 53 anni, originario della Romania, morto alla guida del tir che la notte del 14 ha tamponato sull’A1 vicino Firenze due pullman di migranti in trasferimento da Lampedusa ai centri di accoglienza del Nord Italia. Il tir, posto sotto sequestro, trasportava collettame ed era partito da una località italiana. Poteva viaggiare? E’ la domanda che subito si è posto il cronista. Risposta: risulta che il mezzo poteva regolarmente circolare in orario notturno. Meno male, in caso contrario sarebbe partito il linciaggio mediatico dell’autista e di chi non ha fatto i controlli. I tamponati? Sono una cinquantina di immigrati che hanno riportato lievi ferite e il giorno dopo sono potuti ripartire con un pullman messo a disposizione dalla prefettura di Firenze.

Quei bestioni che corrono per portarci a casa “il pane e il companatico”

Le dettagliate cronache ci dicono che “Autostrade per l’Italia ha reso noto che il tratto dell’incidente, compreso tra lo svincolo di Firenze Scandicci e il bivio con l’autostrada A11 Firenze-Pisa Nord in direzione Bologna, è stato riaperto verso le ore 5. Oltre al Tir e a due pullman, risultano coinvolte sei auto: numerosi infatti i danni ai serbatoio di carburante e agli pneumatici dei mezzi che, sopraggiungendo subito dopo l’impatto, sono passati sopra ai numerosi detriti rimasti dallo schianto”. Grazie per i dettagli ma il camionista chi è? Ha un nome e cognome? Ha una famiglia? Chi penserà ai suoi? Forse sarà uno dei tanti “eroi civili” dimenticati che nella fase più dura della pandemia e anche ora incrociamo nelle autostrade sui loro bestioni che guidano notte e giorno, anche nell’agosto più caldo, per rifornire aziende e supermercati. Per portare “il pane e il companatico” nelle nostre e nelle loro case. Sì, perchè anche i camionisti hanno un nome e una famiglia.

Stefano Bisi