Francesco Schettino ex comandante della nave Costa Concordia, si è visto respingere, davanti alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, il ricorso presentato contro la condanna a 16 anni per il naufragio della nave avvenuto il 13 Gennaio del 2012 davanti all’Isola del Giglio.
Rigettato il ricorso dalla Corte europea di Francesco Schettino, l’ex comandante della Costa Concordia, la nave naufragata davanti all’isola del Giglio 10 anni fa e che costò la vita a 32 persone. I giudici di Strasburgo, infatti hanno rifiutato il ricorso fatto dall’ex comandante sulla sentenza della pena. In questo momento, così facendo, Schettino si trova in carcere e dovrà scontare a pieno titolo la condanna a 16 anni di reclusione.
La Suprema Corte dei diritti umani ha giudicato, “alla luce dell’insieme degli elementi in possesso, che i fatti denunciati non rivelano alcuna apparente violazione di diritti e libertà”. È questa la parte sostanziale delle otto righe vergate nella sentenza sul ricorso presentato da Schettino.
Schettino ricorso Corte europea: la condanna dell’ex comandante
Era il 13 Gennaio del 2012 quando è avvenuta la tragedia al largo dell’isola del Giglio. Ma nel 2018, in seguito alla condanna dell’ex comandante, i suoi legali avevano presentato ricorso davanti alla Corrte europea dei diritti dell’uomo, contestando una violazione dei suoi diritti fondamentali. Il provvedimento è stato recapitato all’avvocato Saverio Senese, che sta seguendo tutt’ora il caso.
All’inizio di Luglio scorso, dopo che lo stesso legale un mese prima aveva sollecitato notizie sul ricorso presentato il 12 Gennaio del 2018 ha fatto richiesta alla corte per la condanna di Schettino. Ora, poco più di tre mesi dopo essersi visto respingere dalla Corte di Appello di Genova, la richiesta di revisione del processo italiano, arriva la bocciatura anche da parte dell’Europa.
Secondo i legali di Schettino, il ricorso era fondato sul fatto che sulle sentenze italiane avesse pesato troppo l’esposizione mediatica scaturita dopo la tragedia. Ma per la giudice europea Alena Polackova che si è espressa nella sentenza, non c’è stata alcuna violazione.
Le dichiarazioni del legale
C’è un piccolo giallo sulla sentenza di Strasburgo. La decisione, secondo quanto riportato nel testo, risalirebbe addirittura al 13 Gennaio scorso cioè proprio mentre in Italia e all’Isola del Giglio si celebrava la ricorrenza del decimo anniversario del tragico naufragio, a Strasburgo il giudice Polackova decideva che i diritti umani di Schettino erano stati rispettati.
La sentenza tuttavia è stata recapitata al diretto interessato solo a Luglio e dopo un sollecito. “Vogliate comunicare, scrive l’avvocato Senese nella recente richiesta di spiegazione alla Corte europea, gli estremi della raccomandata e le generalità di chi l’avrebbe ritirata, per conto e in nome del sottoscritto, visto che io non ho ricevuto alcuna missiva del 20 Gennaio 2022”.
Il legale annuncia, nella stessa lettera, che vuole esporre il caso alla procura della Repubblica competente affinché verifichi chi abbia ritirato il provvedimento di Strasburgo.
Nel frattempo i difensori del comandante attendono di conoscere la decisione della Cassazione sul ricorso presentato dopo il rifiuto della revisione del processo. Una lunga battaglia legale che il comandante continua a portare avanti in silenzio. Infatti non ci sono commenti sulle decisioni dei giudici e continua a beneficiare di permessi per la libera uscita dal carcere romano di Rebibbia in cui è detenuto dal 2017.
Francesco Schettino sconta sedici anni per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono nave e false comunicazioni. Durante le indagini era stato accertato che la nave da crociera partita da Civitavecchia è finita contro uno scoglio all’Isola del Giglio iniziando a imbarcare acqua per una decisione di Schettino, per una manovra azzardata, il cosidetto ‘”inchino”, ovvero la volontà di condurre la nave più vicino possibile alla costa, una manovra non codificata ma praticata per salutare chi è sulla terraferma.