In molti l’hanno ribattezzata la “carica dei 101” per indicare il numero dei simboli presentati al Viminale in vista delle prossime elezioni politiche. Tuttavia, al netto di alcuni di essi duplicati con lievi modifiche a seconda della destinazione, il totale effettivo è di 98 partiti: nel 2018 furono 103.
Elezioni, dopo i simboli la raccolta firme e le liste di candidati
Alle 16 di domenica 14 agosto scadeva il countdown per presentare al Ministero dell’Interno i simboli da affiggere sulla bacheca delle elezioni politiche 2022. Con i 38 depositati in giornata il numero complessivo supera la tripla cifra al lordo delle diverse configurazioni.
La maggior parte dei 98 partiti politici dovrà raccogliere le firme per vedere il proprio simbolo stampato sulle schede elettorali il prossimo 25 settembre, tuttavia c’è chi si augura di avere una deroga grazie all’affiliazione con partiti europei (è il caso di Forza Nuova, “gemellato” con Apf). La composizione è chiara: due grandi coalizioni, centrodestra e centrosinistra, e due grandi figure indipendenti: Iv-Azione (il cosiddetto Terzo Polo) e il M5s. Tra le novità assolute, due figure ministeriali che presentano il proprio simbolo contemporaneamente: sono Giuseppe Conte e Luigi Di Maio. Infine, sono quattro i partiti che hanno incluso il loro legame con la famiglia europea: Forza Italia, Azione-Iv, Verdi-Sinistra Italiana e Forza Nuova.
Entro la mezzanotte di martedì 16 agosto uscirà la graduatoria con i simboli ammessi prima di ulteriori 48 ore per integrazioni, modifiche o ricorsi. Il 21-22 agosto i partiti che supereranno il “taglio” dovranno presentare la lista dei candidati nei tribunali e nelle Corti d’appello dei capoluoghi.
Dario Stefano: “Lascio il Pd, vittima di una sequenza di errori consecutivi”
Intanto non si arrestano i cambi di casacca, l’ultimo nome è quello di Dario Stefano: europarlamentare alla Commissione Politiche del Pd:
Ho deciso di non candidarmi con il Partito Democratico alle prossime elezioni parlamentari e di consegnare al segretario Letta la tessera. La mia è una decisione sofferta, determinata da una serie di errori di valutazione che il Pd sta continuando a inanellare. Errori sia tattici, sia di strategia politica che rischiano di compromettere irrimediabilmente i risultati di un intenso lavoro svolto nell’intera legislatura per arginare gli effetti della crisi pandemica ed economica. Non vedo più quell’anima riformista e progressista di cui l’Italia ha bisogno che il Pd ha barattato per un sodalizio volto esclusivamente allo scambio di voti
Dario Stefano, ex parlamentare Pd
Elezioni 2022, le ultime parole di Giuseppe Conte (M5S)
Subito dopo la presentazione dei simboli, Giuseppe Conte ha invece lanciato il rush finale in vista delle elezioni politiche:
È un momento cruciale, bisogna scegliere da quale parte stare, se dalla parte dei pochi, pochissimi che comandano l’Italia, sono potentati economici, sociali, politici, che controllano da tempo il Paese e non vogliono cambiamento. Oppure se scegliere di stare dall’altra parte, dalla parte dei giovani che non riescono a costruire un progetto di vita, perché non trovano un lavoro e quando lo trovano è un lavoro precario. Non riescono neppure ad accumulare un trattamento previdenziale contributivo adeguato per avere una pensione dignitosa.