La notizia della morte di Piero Angela ha sconvolto il mondo della politica e dello spettacolo: tanti i messaggi di cordoglio e di addio che politici e colleghi hanno riservato al conduttore di Superquark. Dal presidente Mattarella a Mario Draghi, fino a Pippo Baudo: tutti hanno reso omaggio allo storico conduttore televisivo che, per ben 70 anni, ha contribuito alla divulgazione scientifica con il suo programma.
Mattarella ricorda Piero Angela: “Provo grande dolore per la sua morte”
È morto a 93 anni Piero Angela, giornalista e colonna portante della divulgazione scientifica in Italia: per 70 anni ha intrattenuto gli italiani con i suoi programmi, su tutti Superquark che dal 1995 è il punto di riferimento per gli amanti della scienza. La sua scomparsa ha lasciato un vuoto enorme tra molti politici, tra cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ricorda così il grande conduttore televisivo:
“Provo grande dolore per la morte di Piero Angela, intellettuale raffinato, giornalista e scrittore che ha segnato in misura indimenticabile la storia della televisione in Italia, avvicinando fasce sempre più ampie di pubblico al mondo della cultura e della scienza, promuovendone la diffusione in modo autorevole e coinvolgente. Esprimo le mie condoglianze più sentite e la mia vicinanza alla sua famiglia, sottolineando che scompare un grande italiano cui la Repubblica è riconoscente”
Anche Mario Draghi non può che lodare l’ideatore di Superquark, visto che con il suo programma Piero Angela ha contribuito a migliorare l’Italia:
“L’Italia è profondamente grata a Piero Angela. È stato maestro della divulgazione scientifica, capace di entrare nelle case di generazioni di italiani con intelligenza, garbo, simpatia. Le sue trasmissioni e i suoi saggi hanno reso la scienza e il metodo scientifico chiari e fruibili da tutti. Il suo impegno civile contro le pseudoscienze è stato un presidio fondamentale per il bene comune, ha reso l’Italia un paese migliore. Piero Angela è stato un grande italiano, capace di unire il paese come pochi. Ai suoi cari, le condoglianze del Governo e mie personali”
Maurizio Costanzo: “Per me era immortale”. Baudo: “Mi aspetto che gli venga intitolato un pezzetto di Rai”
Il mondo della televisione e dello spettacolo sono stati per 70 anni l’habitat naturale di Piero Angela, punto di riferimento per tanti giornalisti e conduttori. La notizia della sua morte ha devastato Maurizio Costanzo, come afferma lui stesso:
“Raramente ho ricevuto una notizia così brutta: per me Piero Angela era un amico ed era una di quelle persone che si tende a considerare immortali. Piero Angela per la tv italiana ha incarnato la possibilità di parlare di cose difficili a tutti, se lo si sa fare. Lui era davvero il principe dei divulgatori. Ci conoscevamo fin dagli inizi da quando facevamo radio nella sede Rai di via del Babuino, nel palazzo che ora è l’Hotel De Russie. Ci vedevamo in quello che allora si chiamava il Bar Menghi, dietro piazza del Popolo, con noi c’era spesso anche con Enzo Tortora. Poi, più avanti, ci siamo sempre sentiti e ci dicevamo che l’importante per non morire è avere sempre nuovi progetti. Per me è davvero un giorno triste”
Un altra colonna portante della Rai, Pippo Baudo, spera che l’emittente che per anni ha mandato in onda Superquark possa rendere onore al grande Piero Angela:
“L’Italia deve molto a Piero Angela, ogni italiano gli deve qualcosa, per aver imparato qualcosa da lui. Ad ognuno di noi ha spiegato qualcosa. Dobbiamo ricordarlo con grande gratitudine e dalla Rai mi aspetto un gesto concreto per onorare la sua memoria. Mi aspetto che gli venga intitolato un pezzetto di Rai, perché lui davvero ha incarnato il servizio pubblico nella sua accezione più pura”
Chi ha intrapreso la carriera di divulgatore scientifico grazie a Piero Angela è Mario Tozzi che, nel suo messaggio di cordoglio, lo ringrazia per quanto fatto in questi anni:
“Tutti noi italiani dobbiamo qualcosa a Piero Angela: ha portato il metodo scientifico dove non era ancora arrivato, insegnando a un paese di umanisti, in cui la scienza era relegata a un ruolo secondario, che in realtà era la seconda faccia della stessa medaglia, cioè la cultura. Ha reso la scienza popolare e culturale. Senza di lui noi divulgatori oggi non esisteremmo: è stato il nostro Mahatma, la nostra grande anima”