“Nella mia vita ho sentito di tutto e di più, le parole pertanto non mi colpiscono più di un tanto. A Giorgia Meloni dico questo: inizi dal togliere la fiamma dal logo del suo partito“. È il commento che la senatrice a vita Liliana Segre affida a Pagine Ebraiche sull’abiura della Presidente di Fratelli d’Italia, o comunque su quelle che sono state le sue riflessioni e il ripensamento in qualche modo relative alle responsabilità storiche del fascismo.
La senatrice Segre, inoltre, scrive e avverte, rivolgendosi sempre alla stessa Giorgia Meloni: “Partiamo dai fatti, non dalle parole e dalle ipotesi” Il suo, tra l’altro, è un messaggio che la senatrice vuole rivolgere alla stampa internazionale che la Meloni aveva sostenuto: “La destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia ormai da decenni, condannando senza ambiguità la privazione della democrazia e le infami leggi anti-ebraiche“.
Fascismo e Meloni. Non si fermi
Secondo Liliana Segre, quelle di Giorgia Meloni, sono parole comunque importanti ma che se non saranno accompagnate da fatti concreti, scrive la senatrice su Pagine Ebraiche, non avranno nessuna consistenza reale.
Ora bisogna andare avanti su questa strada, senza fermarsi perché, secondo la senatrice a vita sopravvissuta ad Auschwitz, che in questi ultimi anno soprattutto si è battuta parecchio contro l'”indifferenza” – la stessa parola che ha voluto fosse scolpita all’ingresso del Memoriale della Shoah di Milano, da quel Binario 21 della Stazione Centrale da cui venne deportata ancora bambina, “dovrebbe essere proprio quello: togliere la fiamma dal simbolo di Fratelli d’Italia.” Insomma, secondo molti, soprattutto politici di area di sinistra, ma non solo, non ci dovrebbe più essere l’immagine del Movimento sociale italiano, la fiamma tricolore, fondato da reduci della Rsi come Giorgio Almirante che per anni è stato proprio il segretario del MSI.