È del The Times l’inchiesta che ha portato alla luce un vero e proprio indice dei libri proibiti in Gran Bretagna. La notizia, in prima pagina sul giornale londinese con un pezzo dal titolo Universities black list “harmful” literature, rende noti gli autori banditi dalle università inglesi perché ritenuti “pericolosi”: tra loro c’è anche William Shakespeare. È una questione di cancel culture.
Cancel culture: cos’è e perché e se ne parla
In inglese è la cancel culture, in italiano si chiama “cultura della cancellazione“: la tendenza a boicottare persone ritenute colpevoli di aver sostenuto valori contrari ai diritti delle minoranze, alla parità di genere, all’uguaglianza. E se un tempo ad essere messi sotto accusa erano soprattutto i personaggi pubblici (si pensi al recente allontanamento di Johnny Depp dagli schermi ancor prima che il processo contro l’ex moglie fosse concluso e le accuse mosse contro di lui confermate), negli ultimi tempi la cancel culture non risparmia nessuno, neanche i personaggi storici o gli autori più celebri della letteratura mondiale. È già successo, tra gli altri, a Cristoforo Colombo negli Stati Uniti, le cui statue sono state vandalizzate, abbattute o rimosse: stessa sorte che è toccata a Churchill in Gran Bretagna e a Indro Montanelli in Italia. Sempre di più, infatti, cancel culture e “politicamente corretto” si sovrappongono: così si tenta di eliminare le tracce di un passato caratterizzato da culture e ideali considerati anacronistici, come il patriarcato, il razzismo, il sessismo. Ma il rischio è che si applichi una vera e propria damnatio memoriae. Ora, in Gran Bretagna, è il turno della letteratura.
William Shakespeare e gli altri autori proibiti in Gran Bretagna
È di qualche giorno fa la pubblicazione da parte del The Times di un’inchiesta condotta nelle università britanniche da cui è emerso che numerosi autori, contemporanei e non, sono proibiti perché ritenuti “pericolosi”. Una sorta di “blacklist” o di “indice dei libri proibiti” che riguarda capisaldi della letteratura come William Shakespeare, Colson Whitehead, Agatha Christie, Jane Austen, Charlotte Brontë, Charles Dickens e Virginia Woolf. Così “Sogno di una notte di mezza estate” diventa un’opera “classista”, mentre “Oliver Twist” è da condannare poiché descrive abusi su minori; Geoffrey Chaucer , padre de “I racconti di Canterbury” è sconsigliato perché “arduo a livello emozionale”, così come la tragedia “La signorina Julie” di August Strindberg, recitata nei teatri di tutto il mondo, ora sabotata perché parla di suicidio. Vietata anche “La ferrovia sotterranea” del premio Pulitzer Whitehead, considerata inopportuna per la sua descrizione troppo incisiva della schiavitù americana. Un’operazione scaturita dalla necessità di dare una risposta opportuna ai nuovi “bisogni degli studenti e della società”, hanno commentato alcune delle università coinvolte. La decisione è stata contestata da molti docenti, mentre il Governo ha giudicato l’indice un vacuo tentativo “ideologico”. Queste le parole del Ministro dell’Istruzione inglese, James Cleverly:
È importante che le università non dimentichino la storia, anche se risulta scomoda. Le persone devono capire gli orrori accaduti in passato, i cambiamenti che ne sono derivati, come le cose sono migliorate e quali miglioramenti devono essere ancora fatti.
Cercare di nascondere o cancellare gli avvenimenti storici ritenuti “scovenienti” rende “difficile anche comprendere i tanti progressi che sono avvenuti”, ha aggiunto, concludendo:
Gli atenei hanno il dovere di proteggere la salute mentale dei propri studenti, ma allo stesso tempo hanno il dovere di aiutarli a mettersi alla prova, a capire il mondo così com’è e non solo come vorrebbero che fosse.