Si profila come un tentato colpo finito male quello avvenuto a Roma nei pressi del Vaticano: quattro persone, successivamente etichettate come “banda del buco”, progettavano infatti la costruzione di un tunnel sotterraneo per accedere al caveau di una banca in zona, tuttavia il terreno ha ceduto intrappolandole sottoterra. Condotte brillantemente, le operazioni di soccorso hanno estratto tutti i presunti ladri che sono stati successivamente interrogati in Commissariato.

Roma, la “banda del buco” lavorava agli scavi da quasi un anno

Alle 11.30 parte una chiamata al 118 in via Innocenzo XI a Roma, ma la scena che Ambulanza e Vigili del Fuoco si ritrovano davanti è surreale: un grosso buco scavato nel pavimento di un negozio all’interno del quale sono rimaste intrappolate quattro persone.

Le prime tre vengono fatte riemergere senza grandi problemi, mentre per l’ultimo personaggio servono 8 ore e la preziosa collaborazione di Saf, Usar e del Carro Crolli per completare la missione. L’uomo era incastrato a circa sei metri di profondità, secondo le prime ricostruzioni è rimasto schiacciato dal crollo del terreno, una galleria presumibilmente scavata per compiere un blitz con destinazione il caveau di una banca vicina.

Alla scena hanno assistito anche civili e passanti, prima di sfociare in un applauso congiunto intorno alle 19 quando la mano dell’ultimo superstite emerge dalle tenebre. Per lui acqua e ossigeno, ma c’è chi dice che nella poca lucidità del momento si sia fatto sfuggire una confessione su quelle che erano le intenzioni della banda. Ribattezzata immediatamente dalle cronache locali come “banda del buco”, tutti i componenti sono al momento in stato di fermo: due persone sono state arrestate con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, mentre i due colleghi al momento sono stati sottoposti a semplice deferimento danneggiamento e crollo colposo. La successiva identificazione ha permesso di ricostruire lo storico penale che avvalla la tesi di una rapina finita molto presto (e male).

Secondo alcuni dei residenti nell’area, il locale utilizzato come punto di partenza per gli scavi era inutilizzato da circa un anno: tuttavia, il continuo viavai al suo interno sembrava corrispondere a un cambio di attività che si è poi rivelata essere illecita.