Alea iacta est: Carlo Calenda e Matteo Renzi trovano la quadra e danno vita alla nuova federazione di centro: Azione/Italia Viva. Una piroetta quantomai repentina, considerando che solamente quache giorno fa si esultava per l’ingresso di Calenda (in binomio con Emma Bonino e Più Europa) all’interno dell’allenza del Partito Democratico. Tutto è cambiato e tutto, attenzione, può cambiare ancora.
La situazione del Movimento 5 Stelle
Ad essere isolato, ora, è il Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte continua a parlare del suo partito come quello del “campo giusto”, una comunicazione riconducibile a quella della terza via: né destra, né sinistra, ma noi. Tuttavia il meccanismo della legge elettorale Rosatellum, come ormai sappiamo bene, favorisce le coalizioni, specialmente all’interno dei collegi uninominali. Ecco allora che l’ipotesi di un riavvicinamento del M5s nell’area dem prende sempre più quota. Sarebbero diversi i pezzi, interni ad ambo i partiti, che starebbero lavorando per questa soluzione.
C’è poi un elemento che potrebbe agevolare il tutto: l’ingresso in coalizione, già sancito, di Sinistra Italiana. Il gruppo politico di Fratoianni, come sappiamo, è stato all’opposizione del governo Draghi (motivo per cui Calenda non ha accettato il loro ingresso e si è sfilato). Questo, per così dire, potrebbe assolvere la posizione dei Movimento 5 Stelle in relazione al fatto che sono stati loro, ab inizio, a generare la caduta dell’esecutivo. Se Letta ha detto sì a Fratoianni, perché non dovrebbe dirlo a Conte? Potremmo essere al cospetto di un’altra alleanza per necessità: di riffa o di raffa, si farà. Proprio come avvenuto tra Calenda e Renzi.