Ultime notizie dalla guerra tra Russia e Ucraina: nodo clou della settimana rimangono gli attacchi alla centrale nucleare di Zaporizhia.

Guerra Russia-Ucraina, Kiev prosegue con l’evacauzione dei civili

Stando a quando riportato da Energoatom, società ucraina che gestisce gli impianti energetici del Paese, i russi avrebbero bombardato nuovamente il perimetro con cinque forti esplosioni all’altezza della centrale di comando. Lì vicino si trova inoltre il magazzino di stoccaggio dei materiali radioattivi, al momento non si contano vittime o feriti. Che invece ci sono nella vicina Dnipropetrovsk, altra area sotto assedio.

Altri cinque colpi si sono registrati nell’aerea della caserma dei vigili del fuoco, situata poco distante dalla centrale. La situazione è ora sotto controllo.

Estratto dal comunicato di Energoatom

Come ormai d’abitudine, il rimpallo di responsabilità è prassi. Per la Russia, che ha un plotone di controllo nell’area circostante, l’attacco sarebbe arrivato dai terroristi ucraini. In ogni caso, come confermato dal viceministro di Kiev Irina Vereshchuk, prosegue l’evacuazione dei civili anche a Kherson, Kharkiv e appunto Zaporizhia.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) ribadisce l’appello già lanciato qualche giorno fa:

Sono profondamente preoccupato per quello che sta succedendo all’interno e intorno alla centrale nucleare di Zaporizhia. Chiedo a tutte le parti coinvolte di esercitare il buon senso e non intraprendere nessuna azione che possa danneggiare la sicurezza degli abitanti dell’area. Purtroppo continuiamo a ricevere notizie poco rassicuranti che possono portare a un vero e proprio disastro.

Antonio Guterres, segretario generale Onu

Non è escluso che si possa aprire un procedimento sanzionatorio nei confronti della Russia se Kiev riuscirà a dimostrare le violazioni messe in atto dal Cremlino. Intanto si monitora anche il ruolo dell’Aiea in un’eventuale missione speciale.

Ultima idea sulle sanzioni riguarda la circolazione dei cittadini russi nell’area Schengen

Sul fronte diplomatico ci sono invece diverse novità. Partiamo dal fatto che l’oleodotto che collega Russia e Ungheria è tornato in funzione dopo un periodo di manutenzione, come confermato dagli organi istituzionali di Budapest:

Grazie all’intervento dell’Ungheria, che si è fatta carico della tassa di transito, è stato possibile eliminare in breve tempo i problemi tecnici legati alla contabilità per riprendere le forniture. Dalla scorsa notte il petrolio è tornato a fluire ininterrottamente dalla Russia attraverso l’Ucraina fino all’Ungheria tramite l’oleodotto Dzhuba. I cittadini ungheresi non sono stati minacciati dall’inconveniente, poiché il nostro Paese dispone di riserve sufficienti per diverse settimane

Nota del ministero della Tecnologia ungherese

Soffiano venti di tensione invece tra Ucraina e Georgia, tornate a “pizzicarsi”. In breve, Kiev contesta a Tbilisi l’atteggiamento morbido rispetto alle posizioni russe, invitando a condannare duramente l’operato del Cremlino. Da monitorare il contempo la questione dei visti in ingresso per i cittadini russi in Estonia, Lettonia e Lituania. Riga è il primo Paese ad aver proceduto alla notifica di espulsione per tutti i cittadini in possesso di passaporto russo, mentre Tallinn discuterà della questione la prossima settimana. Delle tre repubbliche baltiche, la Lettonia è quella con i rapporti più compromessi con Mosca: per dare un’idea sono stati oscurati le trasmissioni dei canali russi in quanto non dichiaratamente anti-putiniani. Lo stesso provvedimento relativo all’area Schengen potrebbe essere discusso anche in Commissione Ue ma dovrebbe trovare scarso consenso.