Sull’ispezione di 288 strutture, tra parchi acquatici e piscine, più di 80 sono risultate irregolari, ovvero il 28%. Questo è il bilancio dei controlli effettuati dai carabinieri del Nas, che hanno anche disposto 10 provvedimenti di chiusura.

Parchi acquatici chiusi, alcuni erano abusivi

Nelle province di Messina, Viterbo e Latina, i controlli di Carabinieri dei Nas hanno accertato la inidoneità delle acque utilizzate negli impianti natatori e di divertimento, rilevando anche elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, tali da rendere l’acqua pericolosa per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni.

A Napoli, i Nas hanno individuato una piscina adibita ad attività ricreativa acquatica risultata completamente abusiva. Il gestore, sebbene non avesse mai comunicato l’avvio del funzionamento della stessa, permetteva l’ingresso di utenti esterni richiedendone il pagamento per l’accesso. Ulteriori provvedimenti di chiusura hanno interessato 2 piscine totalmente abusive nelle province di Reggio Calabria e Bari.

Assenti le procedure di controllo

In Toscana è stata disposta l’immediata chiusura di un parco acquatico della provincia di Pisa poiché sprovvisto delle procedure sull’autocontrollo e sulla valutazione del rischio, entrambi indispensabili per garantire la corretta conduzione, sotto il profilo igienico-sanitario, di tutti gli elementi funzionali degli impianti natatori. 

Violazione delle norme di sicurezza 

Le violazioni hanno riguardato anche situazioni di inosservanza alla normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro e di prevenzione ai rischi di utilizzo delle strutture da parte degli utenti, incluse le misure di contenimento alla diffusione epidemica del Covid-19, come l’assenza di cartellonistica informativa per gli avventori e la mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni. 

Presso i punti ristoro interni alle strutture, sono stati sequestrati oltre 250 chilogrammi di alimenti, destinati alla somministrazione alla clientela, risultati scaduti di validità e privi di tracciabilità, nonché rilevate carenze igieniche e strutturali degli ambienti di preparazione dei pasti, spesso rimediati in spazi ristretti, privi dei minimi requisiti per garantire condizioni ottimali di funzionamento e di manutenzione.