Giuseppe Conte in un’intervista di questa mattina, definisce la destra “una tigre di carta” e sulla guerra in Ucraina sottolinea quanto sia diminuita nel dibattito la percentuale di dichiarazioni volte ad allentare la pressione tra le parti e a favorire la pace. In un estratto delle sue dichiarazioni, infatti, si legge:

Le parole pace, negoziato, diplomazia sono sparite dal dibattito pubblico. Mi chiedo: ci siamo rassegnati all’ineluttabilità della guerra? Una politica al passo con i tempi aprirebbe oggi un dibattito sulla necessaria fine della corsa agli armamenti, non solo in Ucraina.

L’opposizione al Centro Destra 

Passando al tema politico, Giuseppe Conte ha naturalmente come obbiettivo quello di dimostrare che la destra si basi ancora una volta su idee poco concrete, continuando una linea propagandistica che all’ex premier non appartiene né convince particolarmente. Nello specifico, Conte ha definito la destra una “tigre di carta”, illustrando così lo stato attuale delle cose:

La destra si batte non agitando uno spauracchio, ma smontando le loro ricette. Dimostreremo che questa destra è una tigre di carta. In una fase così delicata, che risposte può dare una coalizione che ha ritenuto prioritario trovare la quadra sulla spartizione dei collegi prima che sul programma? La legislatura inizierà con la legge di Bilancio: Salvini e Berlusconi giocano a chi la spara più grossa sulla Flat tax che è una presa in giro, mentre Meloni ancora non si è capito se la voglia.

Il programma del Movimento 5 Stelle 

Sempre durante l’intervista, Conte ha parlato anche dei temi più importanti toccati dal programma del Movimento 5 Stelle: lavoro, lotta al precariato e abbassamento del cuneo fiscale:

La prima urgenza è quella del lavoro: il M5s propone un salario minimo legale da 9 euro l’ora, per mettere fine a paghe da fame e sfruttamento legalizzato. Poi la lotta al precariato, mettendo fine a stage e tirocini gratuiti e tutte quelle forme contrattuali che umiliano i lavoratori. Infine, abbassamento del cuneo e cancellazione dell’Irap.

E sul Superbonus dichiara:

Il Superbonus ha trainato il Paese contribuendo in modo decisivo al +6,6% di Pil ed è stato applaudito dai vertici di Bruxelles, mentre il premier Draghi ne parlava male. Il cashback ha spinto in alto i consumi ed è stato un alleato indispensabile in quella lotta all’evasione che ogni anno costa al Paese 100 miliardi di euro. Credo anzi che si possano migliorare queste misure che hanno già dato tanto al Paese.

Conte non appoggerà un nuovo Governo Draghi

Ultimo argomento di forte dibattito in tutto l’ambiente politico resta ovviamente la linea di continuità con quanto iniziato – e non portato a termine per ovvi motivi – da Mario Draghi. In merito alla cosiddetta agenda Draghi, Conte afferma:

Nessuno ha mai capito cosa fosse questa agenda, se fosse stata scritta, quali capisaldi contenesse, se lo stesso premier l’avesse vergata di suo pugno o in compagnia di qualche suo fedelissimo.

Se il 26 settembre si creasse situazione di pareggio, Conte esclude l’ipotesi di appoggiare un nuovo governo Draghi:

Mi sento di poter escludere questa ipotesi, che comunque non mi sembra sul terreno.