Le logiche politiche stanno rasentando quelle del calciomercato, in questi caldi giorni di agosto. Giravolte, alleanze, tradimenti e chi più ne ha più ne metta stanno caratterizzando le settimane che precedono la presentazione delle liste e delle candidature per le elezioni politiche del 25 settembre. Il gong è fissato per il 21-22 agosto. Se il centrodestra guarda tutti con la sigaretta in bocca, e può permettersi il lusso di parlare già di programma e premiership, dal centro alla sinistra le cose sono ancora tutte in divenire. Lo sfilamento di Carlo Calenda dall’area PD, dopo la parola data con tanto di bacio, bacio di Giuda col senno del poi, ha rimesso tutto in discussione. Il PD, alla fine, sposa Patto Civico, Verdi, SI e Più Europa. Ma occhio al Movimento 5 Stelle che potrebbe optare per il rientro dell’ultima ora. In mezzo, invece, rimangono Renzi e Calenda.

Le ultime: domani la verità?

Le regole del gioco sono più infami che mai: più è larga la coalizione, più è alta la possibilità di eleggere dei candidati all’interno dei collegi uninominali, dove viene eletto il più votato secondo metodo maggioritario (qui la spiegazione della legge elettorale). Ecco perché, mentre le squadre si stanno formando, la sensazione è che di riffa o di raffa Carlo Calenda e Matteo Renzi dovranno pur trovarlo un accordo.

Le interlocuzioni delle ultime ore stanno dando esito positivo, secondo Calenda ci sarebbe un’intesa di massima ma è attento a dire che “Il Diavolo sta nei dettagli”. Chi più di lui, tra l’altro. Il giorno chiave dovrebbe essere quello di domani: “L’accordo ancora non c’è, ma abbiamo tempo. Con Calenda ci si vede domani e si decide. Così ha dichiarato Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ai microfoni de La Stampa.

Odi et amo il rapporto tra i due: spesso in contrapposizione, non aiutati da due caratteri parimenti temperati, ma comunque simili su molte visioni politiche. La cieca fiducia sull’Agenda Draghi in primis. Chiaro che, alla luce del contesto, dovranno cercare di far prevalere l’amo all’odi. Di riffa o di raffa, se non vogliono venir eclissati dalle due macro alleanze, dovranno cercare di andar d’accordo.