Chiude per fallimento Domino’s pizza in Italia, che gestiva il franchising del marchio Usa, famoso per le consegne a domicilio e le pizze con condimenti “non tradizionali”. Era approdata nel nostro paese nel 2015. Negli Usa l’azienda è quotata e vale 14 miliardi di dollari.

È andata male a Domino’s pizza, gigante Usa delle pizzerie con consegna a domicilio, che ha alzato ufficialmente bandiera bianca nel nostro Paese chiudendo tutti i suoi punti vendita. Le 29 filiali del marchio ancora presenti in Italia facevano capo a un concessionario, ePizza S.p.a., che ha dichiarato ufficialmente fallimento.

Nell’ambito di una procedura concorsuale, spiega il Financial Times, è stata concessa una protezione giudiziaria di 90 giorni dai suoi creditori, che ha impedito loro di chiedere rimborsi o sequestrare i beni aziendali, scaduta però, il mese scorso. Nelle dichiarazioni ufficiali si legge che “la pandemia di Covid-19 e le successive restrizioni prolungate hanno gravemente danneggiato ePizza”, ma il presidente e maggiore azionista Marcello Bottoli si è rifiutato di commentare.

Domino’s pizza Italia: la società aveva 10 milioni di debiti

Approdata in Italia nel 2015, la catena Usa, famosa all’estero anche per i condimenti “non tradizionali” sulle pizze, aveva aperto punti vendita tra Milano, Torino, Bergamo, Bologna, Roma, ed il Veneto. Secondo gli ultimi rapporti annuali la società italiana aveva 10,6 milioni di euro di debiti alla fine del 2020.

A complicare i piani di espansione del gruppo, che puntava ad aprire addirittura 900 punti vendita in Italia entro il 2030, sarebbe stata la pandemia da Covid-19, con la crescita enorme della concorrenza nel settore del food delivery. E così, tutti i punti vendita nel nostro paese sono stati chiusi e dopo soli 20 mesi è stato chiuso anche quello di Parma che dice addio alla prima pizzeria italiana all’interno di una stazione di servizio Ip. Il locale aveva inaugurato il 25 Novembre del 2020. In via Emilia Est 105, in uno spazio di 100 metri quadrati, dove lavoravano 16 collaboratori, ora rimasti senza lavoro.

In Italia sono tante le chiusure a catena in corso a causa della crisi economica che sta colpendo ePizza, l’azienda che gestisce in franchising sul territorio nazionale Domino’s Pizza, il marchio americano, nato nel 1960 nel Michigan, è diventato famoso per il servizio delivery e pizze particolari come quella all’ananas o al pollo.

La storia del colosso quotato a Wall Street 14 miliardi di dollari

Nato nel 1960 dai fratelli Tom e James Monaghan, negli anni Domino’s Pizza è diventato un colosso della ristorazione oggi quotato a Wall Street. Nel 1998 il fondo di private equity Bain Capital, allora guidato dal  futuro candidato repubblicano alla casa Bianca Mitt Romney, aveva rilevato il 93% della società da Tom Monaghan per una cifra vicino al miliardo di dollari. Ai prezzi attuali di mercato, la società vanta una capitalizzazione di oltre 14 miliardi di dollari.

Un marchio, quello del domino, figlio in realtà di un gioco di parole, Il primo ristorante acquisito, portava infatti il nome di Dominick’s Pizza, nome del suo proprietario Dominick DeVarti. Cinque anni dopo avere rilevato l’attività e con tre ristoranti all’attivo, i fratelli Monaghan si misero alla ricerca di un nuovo nome visto che DeVarti non era intenzionato a concedere il suo per altri negozi. L’idea di passare da Dominick DeVarti a Domino fu di un fattorino e venne accolta positivamente dai proprietari. Quanto ai tre punti sul tassello del logo, è stato lo stesso Tom Monaghan nel 2003 a dare una spiegazione. “Decisi di mettere tre puntini sul Domino perché avevamo tre negozi, e ogni volta che ne avessimo creato uno nuovo, avremmo aggiunto un puntino. Si vede che allora non pensavo che avrei creato una catena nazionale”.