A dieci giorni di distanza dalle previsioni, l’Istat conferma le stime sull’inflazione a luglio: +7,9% su base annua e +0,4% su base mensile. Si attendono le comunicazioni delle associazioni di categoria

Istat, a luglio inflazione frenata dai prezzi dell’energia

Andamento pressoché invariato per l’inflazione a luglio: +7,9% (era +8% a giugno). Lo comunica l’Istat con i dati ufficiali dopo le stime di una settimana fa. Rispetto a giugno i prezzi crescono dello 0,4%, un rincaro mitigato dalla discesa delle materie prime energetiche.

Queste ultime avevano trainato i rincari negli ultimi quattro mesi e adesso stanno in pratica cedendo il testimone al comparto alimentare: +9,1% rispetto a luglio 2021, un dato record dal 1984. Nel dettaglio, i beni energetici scendono a +42,9% (a giugno era +48,7%), soprattutto quelli regolamentati che calano del 27% (ora +47,9%). Leggero calo anche lato servizi (+4,6%),

Sul fronte degli alimentari, il cosiddetto “carrello della spesa”, crescono i beni lavorati (+9,5%, +1,4% su base mensile) e i trasporti (+8,9%, +1,7% su base mensile). Alti i rincari dei beni per la cura della casa e della persona (+9,1%, aumento dello 0,9%) e della top-10 a elevata frequenza d’acquisto (+8,7%). In generale rimane stabile l’inflazione legata a beni (+11,1%, -0,2% su giugno) e servizi (+3,6%, +0,2% su giugno)

Dal mondo, i dati di Germania, Cina e Norvegia

Oltre all’Italia è tutta l’Europa che annaspa: le stime dell’Ue a luglio parlano di +8,9%. Il dato ufficiale della Germania è +7,5% (il confronto annuo di giugno era +7,6%) su base annua e +0,9% su quella mensile. Anche qui hanno influito sul rallentamento gli interventi statali tra cui i prezzi dei trasporti calmierati.

Anche in Cina e Norvegia, gli ultimi due Paesi di cui sono stati pubblicati i dati, l’aumento è stabile nel confronto annuo: +2,7% nel Dragone (era +2,5% a giugno) e +6,8% a Oslo. Attesa per il dato Usa che sarà comunicato dalla Fed in giornata.