È sempre più un “Donald Trump contro tutti”: l’ex presidente sta infatti attraversando un periodo molto denso tra campagna elettorale per le presidenziali, processo per i fatti di Capitol Hill e presunta frode fiscale. Su quest’ultimo filone è in programma oggi l’udienza presso il Tribunale di New York.

Usa, la villa in Florida di Trump messa sotto sequestro dall’Fbi

Donald Trump è convocato oggi presso il Tribunale di New York City per testimoniare nell’indagine promossa dal procuratore generale Letitia James per presunta frode fiscale della Trump Organization, la holding del tycoon. Uno dei fronti su cui l’ex presidente è impegnato e su cui sceglie di interpretare il ruolo della vittima:

Domani vedrò il procuratore generale di New York per una nuova puntata della più grande caccia alle streghe nella storia degli Usa. La mia grande società e io stesso siamo attaccati da tutte le parti

Donald Trump su Truth Social

Una passeggiata di salute rispetto a ciò che sta accadendo nell’inchiesta sui fatti dello scorso 6 gennaio, con l’assalto dei manifestanti in Campidoglio. Nella giornata di ieri l’Fbi ha compiuto un vero e proprio blitz nell’abitazione di Donald Trump a Mar-a-Lago (Florida), anche se i tabloid americani asseriscono che l’operazione sia slegata dal filone investigativo. Quasi dieci ore di perquisizione volte ad accertare se nella villa fossero presenti dei documenti di proprietà del governo che il tycoon non avesse restituito dopo la fine del suo mandato presidenziale.

Immediata la reazione del diretto interessato e dell’intero fronte repubblicano, capitanato da Mitch McConnell che si stringe compatto intorno al suo leader. Nel mirino finiscono Merrick Garland, ministro della Giustizia, e Christopher Wray, direttore dell’Fbi. Duro il commento di Scott Perry, deputato repubblicano vicino a Donald:

Gli agenti dell’Fbi non hanno fatto alcun tentativo di contattare il mio avvocato mentre mi confiscavano il cellulare. Sono indignato da tutto ciò, il mio telefono contiene informazioni sulle mie attività legislative e politiche, conversazioni private con mia moglie, la mia famiglia, elettori e amici. Nulla di tutto questo è affare del governo. Il ministero della Giustizia si conferma aggressivo e violento anziché aperto al dialogo

Scott Perry, deputato repubblicano

Intanto, la stampa americana tramite l’emittente Fox News ha fatto sapere che c’è molta incertezza sul comportamento del tycoon in tribunale. Sicuramente, a seguirlo ci sarà la squadra di avvocati dell’ufficio di Letitia James, l’avvocatessa che spesso è finita sotto gli attacchi di Trump che paradossalmente l’ha definita razzista, sebbene la James sia di colore. Quanto invece alle aspettative su Trump:

Non è chiaro se l’ex presidente sarà disposto a rispondere a tutte le domande che gli pongono gli avvocati, o se potrebbe far valere il suo diritto al Quinto Emendamento.

L’unica certezza è che Trump annuncerà in pompa magna la sua discesa alle Presidenziali nei prossimi giorni, ma i suoi avvocati sono già al lavoro per tutelarlo da possibili magagne giudiziarie in caso di condanna sui due filoni. In caso di incriminazione la sua scalata alla Casa Bianca per il 2024 sarebbe già conclusa, tuttavia c’è la volontà legale di appellarsi alla Corte Suprema se sarà necessario.