E tornammo a riveder le lucciole. Chissà? Nelle notti d’estate illuminano, anzi illuminavano, i boschi e i campi di grano. Negli ultimi anni le lucciole sono quasi scomparse da molti luoghi dove un tempo erano numerose e si confondevano con le stelle, perché sono minacciate dall’uso di pesticidi e dall’inquinamento luminoso. Questi insetti mi sono tornati in mente leggendo la lettera di Brunello Cucinelli, il re del cachemire, ai Saggi della Terra in cui ricorda “i paesaggi che hanno accarezzato la mia anima, lungo la bella infanzia trascorsa tra i campi, insieme e dentro al Creato, abbracciati dalla Madre Terra, quei paesaggi incantatati mi sembrano oggi così lontani! La natura si rinnova e rinnovandosi si fortifica, e così per noi, il rito è il fondamento stesso della storia, una storia di bellezza”. Chissà se saremo capaci di riveder le lucciole come Dante tornò a riveder le stelle. Chissà se i Saggi della Terra saranno capaci di conciliare lo sviluppo, il lavoro con la tutela dell’ambiente.
L’appello di Brunello Cucinelli ai Saggi della Terra
“Quante notti, da ragazzo, andavo alla finestra, e la luna, come se stesse lì ad attendermi, brillava fresca e luminosa, e sognavo quello che era nel cielo e oltre l’orizzonte. Il cielo ha una grande responsabilità, e intanto noi si attende la vecchiezza, per poter rievocare ai nipoti i propri ricordi, non come noiose sentenze senili, ma come utili ricordi di una gioventù dove la nostra persona e la natura erano così vicine da sembrare una cosa sola” scrive Cucinelli. Proprio come le lucciole che nelle notti d’estate più buie si confondevano con il cielo stellato. E questa immagine, questa cartolina della natura che ora esiste solo nell’album dei ricordi, dovrebbe invitare le “donne e uomini custodi pro-tempore che reggono i destini del mondo” a sottoscrivere “un nuovo contratto sociale esteso non a singole parti, ma al Creato nel suo complesso”. Perché, come diceva un vecchio capo indiano, non è la Terra che appartiene a noi ma noi che apparteniamo alla Terra.
Stefano Bisi