Accadde oggi, 9 agosto 1945: bomba atomica su Nagasaki. A distanza di soli tre giorni dal primo ordigno atomico (“Little Boy”) sganciato dall’aereo “Enola Gay” su Hiroshima, gli Stati Uniti di Harry Truman, ripetono l’orrore sganciando un secondo mostro nucleare su un’altra città del Giappone. Obiettivo: costringere alla resa l’Impero di Hirohito nella Seconda guerra mondiale combattuta nel Pacifico. Un obiettivo centrato da Washington, visto che Tokyo pochi giorni dopo si arrese.

Accadde oggi, 9 agosto 1945: bomba atomica su Nagasaki

Da “Little Boy” su Hiroshima a “Fat Man” su Nagasaki. Fu ribattezzata proprio così, “Fat Man”, che in italiano significa “grassone”, la seconda bomba atomica sganciata su Nagasaki. Ore 11:02 (ora locale) del 9 agosto 1945: un B-29 statunitense BOCKSCAR sgancia la seconda atomica della storia dell’uomo. L’ordigno viene fatto esplodere a un’altitudine di 469 metri per amplificarne la potenza già pari a 22.000 tonnellate di TNT.

L’inferno di Nagasaki

Ben 40.000 persone morirono all’istante, mentre tra le 25.000 e le 60.000 rimasero ferite. Nel tempo, altre 40.000 persone morirono per via delle malattie causate dal fallout nucleare e delle radiazioni. Ricordiamo invece che a Hiroshima si stimarono complessivamente tra le 90.000 e le 166.000 vittime; secondo alcune fonti, negli anni superarono quota 200.000. Numeri spaventosi perchè parliamo di civili: donne, anziani e bambini compresi. Per la gravità dei danni causati, diretti e indiretti, e per le implicazioni etiche ad essi correlate, si è trattato del primo ed unico utilizzo in guerra di tali armi, sebbene il loro sviluppo abbia registrato una pericolosa impennata negli anni successivi.

La resa del Giappone

Dopo i due bombaramenti atomici arrivò la resa incondizionata dell’Impero giapponese alle potenze alleate nella Seconda guerra mondiale. Hirohito smise di credere di essere una divinità e lo capirono anche i giapponesi ascoltando il suo storico discorso alla Nazione del 15 agosto 1945. Per la prima volta il sovrano si rivolse al suo indomito popolo dichiarando la fine dei combattimenti. L’atto di resa venne ufficialmente firmato il 2 settembre dai delegati delle forze armate nipponiche e dai rappresentanti delle Nazioni vincitrici, a bordo della USS Missouri ancorata nella baia di Tokyo.