Con grande pazienza la Corte d’Assise di Palermo ha pubblicato le motivazioni della sentenza in Appello nel processo relativo alla trattativa Stato-Mafia.
Trattativa Stato-Mafia, il fatto viene riconosciuto ma non costituisce reato
2971 pagine e quasi un anno, ecco tempi e modi che si sono resi necessari affinché la Corte d’Assise di Palermo si esprimesse in merito alle motivazioni della sentenza in Appello nel processo Stato-Mafia. Sentenza espressa lo scorso 23 settembre 2021 che ribaltò quanto declamato in primo grado, affermando l’assenza di reato. Vennero assolti l’ex senatore Marcello Dell’Utri, l’ex capo del Ros, il generale Mario Mori, il generale Antonio Subranni e l’ufficiale dei carabinieri Giuseppe De Donno. Al contempo, venne ridotta a 27 anni la condanna per il boss corleonese Leoluca Bagarella e confermato quella per il medico- boss Antonino Cinà.
Di seguito alcuni estratti dell’ampio faldone esplicativo pubblicato dal giudice estensore Vittorio Anania e dal presidente della Corte d’Assise Angelo Pellino:
Un dialogo tra lo Stato e Cosa Nostra c’è stato, ma era mosso da fini solidaristici, quali la salvaguardia della collettività nazionale, e di tutela di un interesse generale. La corte rigetta l’ipotesi di una collusione dei Carabinieri con ambienti della criminalità mafiosa e l’ipotesi che questi abbiano agito per preservare l’incolumità di questo o quell’esponente politico
Estratto #1
La trattativa si definisce come un’improvvida iniziativa e un disegno certamente ambizioso che si collocava in posizione intermedia tra la vera e propria trattativa politica e una mera trattativa di polizia. Vito Ciancimino (ex politico DC) fu contattato anche con il dichiarato intendimento di tentare di instaurare un dialogo con i vertici mafiosi finalizzato a superare la contrapposizione frontale con lo Stato
Estratto #2
Il tentativo di insinuarsi in una spaccatura all’interno di Cosa Nostra e di sovvertire gli assetti di potere interni all’organizzazione criminale si rivelò meno pericoloso per la sicurezza dello Stato e l’incolumità della collettività rispetto a quello artefice della linea stragista. Un superiore interesse spingeva a essere alleati del proprio nemico per contrastare un nemico ancora più pericoloso
Estratto #3