Lo scontro tra due yacht a Porto Cervo avvenuto martedì ha la prima risposta del suo puzzle: l’autopsia ha infatti svelato le cause del decesso dell’imprenditore tedesco, una vittima del tamponamento tra le imbarcazioni.

Porto Cervo, l’indagine è aperta ma dai comandanti solo un rimpallo di accuse

Dean Kronsbein è morto per un trauma d’impatto riconducibile allo scontro tra i due yacht accaduto martedì a Porto Cervo, nel Golfo del Pevero. E’ quanto emerge dall’autopsia eseguita dal medico legale incaricato dalla Procura di Tempio Pausania, il cui referto parla di “grave lesione spinale e forte trauma toracico dovuto a una violento impatto a terra“. In prima battuta si pensava che l’imprenditore inglese fosse morto per infarto.

Si tratta della prima risposta di una vicenda che dovrà in primis accertare le responsabilità della collisione: la Procura di Tempio ha reclutato una serie di esperti che dovrebbero procedere alla ricostruzione dell’accaduto. Pare invece certo che dai due comandanti indagati non ci sarà un’ammissione di colpevolezza, date le accuse reciproche. Il 67enne abruzzese che guida lo yacht con a bordo l’imprenditore si è giustificato dicendo di aver dovuto sterzare di colpo per non “entrare in bocca” all’altra imbarcazione, sostenuto dai familiari della vittima stessa.

Il 57enne di Ischia che guidava l’altro yacht, però, professa la sua innocenza tramite il proprio legale. Ricordiamo che ad avere la peggio nell’impatto è stato proprio “Amore”, il grande motoscafo su cui viaggiava l’uomo d’affari, che è stato sbalzato contro gli scogli della limitrofa Isola delle Rocche. Migliorano le condizioni dei feriti, tra cui i familiari. Rimane ugualmente aperto il fascicolo per omicidio colposo e lesioni, con i due comandamenti già iscritto nel registro degli indagati. I due yacht sono stati immediatamente posti sotto sequestro, così come cellulari e tablet. L’obiettivo è capire se il violento scontro non fosse davvero evitabile.