Continua la propaganda dei partiti in vista delle elezioni del 25 settembre, con il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che presenta uno dei punti forti del programma del centrodestra: la flat tax. Intanto la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni spera di diventare la prima donna nella storia italiana a ricoprire la carica di Presidente del Consiglio, mentre nel centrosinistra manca ancora l’accordo tra le varie forze e Renzi critica la strategia del veto attuata da Enrico Letta.

Berlusconi e Meloni, il centrodestra crede nella vittoria delle elezioni

Il centrodestra è unito ed è pronto a vivere le elezioni con molto ottimismo, visto che Fratelli d’Italia è il primo partito in Italia. Per convincere gli elettori Silvio Berlusconi spinge molto su un punto saliente del programma della coalizione, la flat tax come spiega nel corso di un suo intervento:

“Quando saremo al governo, applicheremo una flat tax al 23% per tutti, famiglie e imprese: il nostro obiettivo è quello di alleggerire l’oppressione fiscale, combattere davvero l’evasione e aumentare le entrate dello Stato”

Quella del 25 settembre è l’occasione giusta per andare al governo, governo che Giorgia Meloni spera di guidare, scrivendo così una nuova pagina della storia del nostro Paese:

“Per me sarebbe un grande onore essere la prima donna a vestire i panni di Presidente del Consiglio. Noi siamo sicuri della posizione che il nostro Paese deve mantenere per difendere il proprio interesse nazionale”

Il PD pone veti, Renzi: “Così consegna il governo alla Meloni”

Se Berlusconi, Meloni e il centrodestra sono uniti in vista delle prossime elezioni, nel centrosinistra manca ancora l’accordo tra PD e alcune forze politiche. Enrico Letta non ha parlato con Matteo Renzi, una mossa poco intelligente secondo il leader di Italia Viva:

“Credo che il motivo per cui Letta abbia parlato con tutti tranne che con noi sia legato a piccole vendette personali per le vicende del passato. Non si spiega una coalizione che mette insieme storie totalmente diverse, e che parte da un veto a una e una sola forza politica. Ci ha restituito uno spazio politico e l’indecoroso balletto di queste ore del centrosinistra mi rafforza nel progetto di non partecipare a coalizione finte e posticce: la strategia di Letta sta regalando Palazzo Chigi alla Meloni”

Chi invece si correrà al fianco del Partito Democratico sarà Carlo Calenda e il suo partito Azione ma, se il centrosinistra vuole vincere le elezioni, dovrà fare affidamento al patto stipulato con il PD:

“Vedo retroscena complicati. Il punto è semplice. Si vince con una proposta credibile di Governo, molto chiara nel patto firmato con il Pd.  Si perde se si aggiunge un patto contraddittorio rispetto al primo con gente che ha sfiduciato Draghi. Li eravamo, li siamo rimasti”

Letta ha chiuso la possibilità di alleanze con il M5s, con il leader del MoVimento Giuseppe Conte che analizza così la situazione nel centrosinistra:

“l voto utile è quello alle forze politiche che fanno quello che dicono. Il Movimento nel 2018 ha preso impegni su aiuti contro la povertà, tagli ai costi della politica, norme anticorruzione. E quelle cose le abbiamo fatte. Il Pd ha scelto di abbandonare il percorso fatto insieme nel Conte II, abbracciando un percorso che lo allontana dagli obiettivi che noi perseguiamo della tutela dell’ambiente e della giustizia sociale. Vediamo oggi un’ammucchiata che va dai tagli alla scuola della Gelmini a Calenda, Letta, Di Maio, Speranza. Votare a destra vuol dire votare politiche che fanno male al Paese, votare l’ammucchiata vuol dire sprecare il voto senza sapere come verrà utilizzato”

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