Notte sotto le bombe per Gaza visto che non si sono fermati gli attacchi da Gerusalemme: i missili di Israele hanno attaccato e in parte distrutto  i siti di produzione razzi della Jihad. Il primo ministro israeliano Yair Lapid afferma di aver fatto partire l’offensiva sulla base di concrete minacce: i bombardamenti di questa notte fanno aumentare vertiginosamente l’escalation del conflitto, con Il Cairo che è pronto a fare da mediatore per cercare di allentare la tensione.

Gaza, attacchi di Israele distruggono siti di produzione razzi della Jihad

Le sirene d’allerta sono riecheggiate senza sosta nella notte in tutto il sud di Israele – da Sderot a Kerem Shalom, passando per Nahal Oz – con l’esercito di Gerusalemme che ha sferrato attacchi per via aerea la Striscia di Gaza: i missili israeliani hanno colpito i siti di produzione dei razzi e le postazioni di lancio della Jihad islamica palestinese. Negli attacchi aerei sono morte almeno 10 persone, tra cui un militante palestinese di alto livello, secondo quanto riferito da funzionari palestinesi.

Le truppe israeliane dichiarano di aver arrestato 19 membri della Jihad islamica palestinese: l’arresto è avvenuto in Cisgiordania durante un raid mattutino dove proseguivano i loro attacchi contro obiettivi dei militanti a Gaza. Ieri l’esercito israeliano aveva stimato di aver ucciso, negli attacchi iniziati nel pomeriggio, almeno 15 combattenti del gruppo islamico: gli attacchi miravano a distruggere siti di fabbricazione di armi. Il ministero della salute di Gaza ha confermato la morte di dieci persone – tra cui una bambina di cinque anni e Taysir al-Jabari, uno dei leader del gruppo – e ben 75 feriti. Non si è fatta attendere la risposta dei palestinesi, con le brigate al-Quds, l’ala armata della Jihad islamica, che affermano di aver lanciato ieri più di cento razzi sul territorio israeliano in risposta all’offensiva di Gerusalemme.

L’Egitto si propone come mediatore

In questi giorni a Gaza è salito vertiginosamente il numero di attacchi sia da parte di Israele che dei palestinesi: un’escalation che preoccupa e non poco i Paesi limitrofi. Per cercare di stemperare la tensione, l’Egitto si propone come mediatore. Richard Hecht, portavoce dell’esercito israeliano aveva già fatto riferimento alla mediazione egiziana, informanfo i giornalisti sui bombardamenti ma senza fornire dettagli, mentre una fonte egiziana ha affermato che una delegazione della Jihad islamica potrebbe recarsi al Cairo già oggi.

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