“Noi continuiamo a lavorare per una coalizione più larga e plurale. Vogliamo confermare l’accordo con Azione e Più Europa. E in serata il segretario Letta incontrerà Bonelli e Fratoianni. L’intenzione è chiudere entro domani tutto il quadro. Il tempo sta scadendo”. Questo dicono oggi autorevoli fonti del Nazareno. Insomma, alla fine l’alleanza di sinistra con Fratoianni e Bonellisi molto probabilmente si farà ma avrà un prezzo e soprattutto non si chiuderà senza difficoltà perché tutti i partiti in gioco vorranno far vedere al proprio elettorato di aver ottenuto il massimo, di aver “venduto cara la pelle”. Così, dopo l'”ammuina” tattica di rito ci sono buone probabilità che l’accordo si concluda con buona pace di chi sperava in una improbabile alleanza a sinistra con Giuseppe Conte (che ha troppi pochi voti per essere attrattivo). Ma c’è anche un altro fatto assolutamente non banale che fa capire come si concluderà la vicenda: il ‘titolare’ del simbolo del partitino di sinistra è l’ex Presidente del Senato Pietro Grasso, il cui gruppo (Articolo 1) è già tornato nella grande casa madre del Nazareno. 

Certo, Fratoianni potrebbe raccogliere le 60 mila firme richieste per andare da solo, ma è un’eventualità a cui non crede nessuno. Ecco perché ai piani alti del PD sono convinti che dopo l’ammuina di rito la “grande coalizione” si farà, una coalizione che avrà ai suoi estremi da una parte l’erede di Nichi Vendola e dall’altra Maria Stella Gelmini. Ma basterà per riaprire la partita elettorale? Secondo i sondaggisti no, il distacco della destra nei collegi resta ampio, tra il 10% ed il 12%. Un distacco difficilmente colmabile.