Probabile legionella per un centinaio di ragazzi in vacanza a Bormio. L’Ats della Montagna si è subito attivata effettuando i prelievi sull’acqua, ma per gli esiti bisognerà attendere ancora dieci giorni. La madre di uno dei ragazzi colpiti chiede risposte per sapere cosa sia accaduto.
Ragazzi in vacanza a Bormio colpiti dalla legionella. La settimana di vacanza di un centinaio di persone, tra cui ragazzi e accompagnatori di un oratorio di Brescia si è trasformata in un incubo. Ospiti in una struttura a Bormio, in provincia di Sondrio, dopo pochi giorni dal loro arrivo molti hanno iniziato a stare male, tanto da dover ricorrere alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale di Brescia una volta rientrati a casa. Qui è stato loro prescritto un antibiotico, nel timore che potesse trattarsi di legionella.
Tra le cause del malessere si esclude l’intossicazione alimentare e il Covid, anche l’ipotesi legionella risulta remota, ma non ancora da escludere. Non si sa cosa ancora con certezza cosa sia successo al gruppo di ragazzi e adulti bresciani che si trovavano a Bormio per una vacanza con il gruppo del Grest e si sono sentiti male, con febbre alta, vomito e tosse per diversi giorni.
Il gruppo, composto da giovani, animatori e adulti accompagnatori, provenivano da Brescia, per la precisione dall’oratorio del quartiere Violino, sono arrivati a Bormio al campo hotel Girasole in località Bucellina, il 23 Luglio scorso per trascorrere una settimana in Alta Valle ma mai avrebbero pensato di sentirsi tutti male poco dopo.
Bormio legionella: le parole della mamma di uno dei ragazzi
“Dopo qualche giorno dall’arrivo, racconta Michela Poinelli, mamma di uno dei bambini che hanno partecipato alla piccola vacanza in montagna, oltre la metà dei componenti ha iniziato a stare molto male, febbre a 40 e vomito, ed entro la fine della villeggiatura praticamente tutto il gruppo è stato contagiato. Ma non si capisce bene cosa sia successo”.
La mamma precisa poi che i ragazzi sono sempre rimasti in quella struttura, ad esclusione di un’unica gita a un rifugio a circa 3mila metri di quota.
I ragazzi hanno descritto la struttura come fatiscente e molto sporca. Forse anche per questo il dubbio che è sorto subito al pronto soccorso degli Spedali civili di Brescia, dove sono stati portati bambini e adulti che si sono sentiti male, è stato quello che a provocare i sintomi possa essere stato il batterio legionella, tanto che a tutti è stato prescritto un antibiotico.
Di risposte certe, però al momento non ce ne sono, ma Michela Poinelli, così come gli altri genitori, vuole sapere cosa è accaduto.
La richiesta di prelievi per verificare la salubrità delle acque
L’Asl di Brescia non entra nel merito della vicenda poiché il territorio non é di loro competenza. Ma, continua la donna, in quanto madre di uno dei partecipanti, che ha tutt’ora febbre e tosse forte, vuole delle delucidazioni e delle risposte. Tutti vogliono sapere cosa possono avere contratto i proprio figli.
Per ora sappiamo che non si tratta di Covid, in quanto più di 80 bambini ai test sono risultati negativi.
La signora Poinelli chiede a gran voce, “la dimostrazione e i referti sull’hotel e sull’acqua usata per le docce e bevuta ai pasti, oltre a un controllo al rifugio dove sono stati una giornata da parte dell’Ats”.
L’Ats della Montagna si è subito attivata per ciò che la riguarda, perché i ragazzi sono stati presi in carico a Brescia, fanno sapere dall’Agenzia di tutela della salute, contattata in merito alla vicenda. L’Ats, inoltre ha effettuato i prelievi per verificare la salubrità delle acque della struttura e sono in attesa dei risultati, ci vorranno però dieci giorni, e solo a quel punto si potrà escludere l’ipotesi legionella che appare, comunque, poco probabile.
A far pensare che non si tratti del batterio legionella ci sono i sintomi, diversi da quelli classici, ma anche il fatto che il problema non si sia presentato prima, visto che nella struttura già in precedenza sono stati ospitati gruppi di persone e nessuno si è sentito male.