La diplomazia americana è al lavoro per riportare in patria Brittney Griner, stella del basket WNBA accusata in Russia di contrabbando di droga con una condanna di 9 anni. Si lavora a uno scambio di prigionieri.

Caso Brittney Griner, Mosca e Washington vicine all’accordo diplomatico

Per una volta Russia e Stati Uniti sembrano disposte a sedersi al tavolo per negoziare: l’oggetto del contendere è la cestista americana Brittney Griner, arrestata a febbraio all’aeroporto di Mosca e condannata a 9 anni di reclusione per contrabbando di droga.

Joe Biden era stato il primo a esprimersi, definendo “inaccettabile” la sentenza del Tribunale di Khimki. Parole di apertura all’ipotesi di scambio di prigionieri arrivano dai principali diplomatici del Cremlino, ossia Sergey Lavrov e Dmytro Peskov. Il ministro degli Esteri apre a una comunicazione diretta di Putin e Biden dalla conferenza Asean in Cambogia, dove è ospite anche il segretario Usa Anthony Blinken: quest’ultimo ha dichiarato che gli Stati Uniti perseguiranno ogni via per riportare la Griner in patria.

A testimonianza della volontà presidenziale, la portavoce Karine Jean-Pierre ha rilasciato una breve dichiarazione a riguardo:

Voglio solo dire qualche parola sul verdetto di Brittney Griner. La sentenza ci ricorda quello che il mondo già sapeva, ossia che la Russia sta detenendo ingiustamente Brittney. Non avrebbe mai dovuto subire un processo. Come tutti sapete, abbiamo fatto un’offerta sostanziale per riportare a casa Brittney e Paul Whelan (ex membro della Marina accusato di spionaggio, ndr). Esortiamo la Russia ad accettare questa proposta, siamo disposti a fare ogni passo necessario per riportare a casa i nostri connazionali

Karine Jean-Pierre, portavoce Casa Bianca

Sul caso è intervenuto anche Dmytro Peskov, portavoce di Vladimir Putin:

Gli scambi di prigionieri, tra Mosca e Washington, non dovrebbero essere discussi attraverso la ‘diplomazia del megafono’. Mosca non ricorrerà a tali metodi. Se discutiamo gli scambi attraverso la stampa, allora questi scambi non avranno mai luogo

Dmytro Peskov, portavoce ufficiale del Cremlino