Troppo spesso si confonde la parola spiritualità con l’osservanza delle regole di una fede religiosa e la partecipazione ai riti della stessa. Spirito vuol dire aria che si muove dentro il corpo e interessa tutti gli esseri umani, “cioè tutti quelli – dice il teologo Vito Mancuso – che si pongono il problema di gestire le raffiche di vento che hanno dentro. Non di eliminarle, né di rimuoverle. Perché è questo che ci distingue da tutti gli altri esseri viventi e ci rende uomini”. E’ molto significativa la riflessione di Mancuso, uno degli intellettuali più profondi del nostro tempo, perché non identifica la spiritualità con una fede religiosa. Anche chi non crede in un dio può sentire le raffiche di vento nella propria interiorità. Si può vivere una spiritualità laica e laicità è proprio una delle parole spesso usate e non sempre a proposito.

La Corte Costituzionale ha spiegato che cosa è la laicità

Va ricordato che la Corte Costituzionale con una sentenza nel 1989 ha spiegato che cosa è: “Il principio di laicità, quale fissato dalla nostra Costituzione, implica non indifferenza dello Stato dinanzi alle religioni, ma garanzia dello Stato  per la salvaguardia della libertà di religione in regime di pluralismo confessionale culturale e (Tale laicità) risponde non a postulati ideologizzati ed astratti di estraneità e di ostilità rispetto alla religione od a un particolare credo, ma si pone al servizio di concrete istanze della coscienza religiosa e civile dei cittadini”. 

Il fondamento della laicità prevede che si preservino i diritti salvaguardando sensibilità, credenze, ideologie, culture personali. Che ciascuno può esercitare e professare nel modo che ritiene più opportuno e sempre nel rispetto del prossimo e delle fedi, o non fede, di ognuno.

Stefano Bisi