Nabucco all’Arena di Verona, chiude il ciclo “La Grande Opera all’Arena di Verona”.
Dopo l’esordio con “Carmen” e “La traviata”, ieri sera, 4 agosto, è andato in onda su Rai 3 “Nabucco”.
Ancora una volta, con la partecipazione straordinaria di Luca Zingaretti.
Nabucco all’Arena di Verona: l’ultimo appuntamento di Rai 3
“Nabucco” è la terza opera lirica ad andare in scena all’Arena di Verona.
Il terzo appuntamento, dopo “Carmen” e “La Traviata”, andato in onda su Rai 3 ieri sera.
Come già avvenuto, anche questa volta, Luca Zingaretti, ha partecipato eccezionalmente come narratore di aneddoti particolari e momenti chiave che si intrecciano alla trama.
Sul palco dell’Arena, l’Orchestra e il Coro della Fondazione Arena di Verona, hanno accompagnato gli spettatoti per tutta la durata dell’Opera, guidati da Daniel Oren e dal maestro del Coro, Ulisse Trabacchin.
Tra gli interpreti, Sebastian Catana (Nabucco), Ewa Płonka (Abigaille), Francesca Di Sauro (Fenena) e Abramo Rosalen (Zaccaria), Samuele Simoncini (Ismaele). La regia televisiva è di Fabrizio Guttuso Alaimo.
Firmati dal regista Arnaud Bernard, sono, invece, i costumi e gli allestimenti, in pieno stile risorgimentale.
“Nabucco”, fece il suo debutto il 9 marzo 1842 al Teatro alla Scala di Milano alla presenza di Gaetano Donizetti, e tra le tre Opere liriche di Giuseppe Verdi, fu quella che ebbe maggior successo.
Basata sul libretto di Temistocle Solera, l’opera è divisa in quattro atti e racconta la storia della conversione del re di Babilonia Nabucodonosor.
I 4 atti della grande Opera di Giuseppe Verdi
La storia si svolge nel tempio di Gerusalemme.
Assediati dal re di Babilonia Nabucodonosor, i Leviti e il popolo soffrono per la triste sorte degli Ebrei.
Per confortare la sua gente, il gran profeta Zaccaria, prende ad ostaggio la figlia del re, Fenena, e la affida in custodia ad Ismaele, il nipote del re.
Tuttavia, il giovane ragazzo, sta quasi per liberare la prigioniera e fuggire insieme a lei, quando giunge nel tempio Abigaille, l’altra figlia del re babilonese.
Anche lei, come la sorella, è innamorata di Ismaele, e minaccia la sorella di riferire al padre della tentata fuga. Abigaille, confessa di essere disposta a tacere solo se Ismaele rinuncerà a Fenena e ricambierà il suo amore.
Nel frattempo, il re Nabucodonosor, venuto a conoscenza del rapimento della figlia, invade la città, imprigiona gli Ebrei e fa incendiare il tempio.
Nel secondo atto, Abigaille, scopre che la sorella è stata nominata reggente dal padre e ordina di liberare gli Ebrei.
Durante l’assenza del padre, Abigaille pretende la corona di Fenena, ma all’improvviso il re giunge al tempio, chiedendo si essere adorato come unico Dio.
In quel momento, un fulmine lo colpisce e Abigaille ne approfitta per autoproclamarsi regina.
Una volta sul trono, Abigaille, nel terzo atto, riceve i doni dei sudditi e il Gran Sacerdote di Belo le consegna la sentenza di condanna a morte degli Ebrei, tra cui anche Fenena, convertitasi poco prima al Dio degli Ebrei.
Nabucodonosor, che ormai manifesta sintomi di follia, viene arrestato dalla nuova regina, mentre chiede invano il perdono alla figlia Abigaille e invoca pietà per Fenena.
Zaccaria, nel frattempo, profetizza agli Ebrei che il Leone di Giuda sconfiggerà gli assiri e distruggerà Babilonia.
Nel quarto e ultimo atto, Nabucodonosor si sveglia da un incubo e vede sua figlia Fenena in catene.
Ma ad un tratto, sopraggiunge il suo fedele ufficiale Abdallo con un manipolo di soldati, che gli restituiscono la spada e si offrono di aiutarlo a riconquistare il trono.
Così, Nabucodonosor, giunto nei giardini di Babilonia, concede la libertà agli Ebrei e ordina l’avvelenamento di Abigaille.
L’opera si conclude con le ultime parole di Abigaille che confessa le sue colpe e chiede perdono a Dio e con la profezia di Zaccaria che rivolgendosi a Nabucco dice:
“Servendo a Jehova sarai de’ regi il re!”.