Professore esperto. Chi è? Cosa farà? Il professore esperto è una figura introdotta per la prima volta dal Decreto Aiuti-Bis del governo Draghi: tale docente è un insegnante di ruolo che abbia “conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili” e che avrà la possibilità di guadagnare 5.650 euro in più rispetto agli altri colleghi. Questo compenso sarà percepito sotto forma di “assegno annuale ad personam” e, talvolta, verrà affiancato da una “una tantum” accessoria da stabilire con i contratti tra il “10 e il 20%” per chi completa un percorso triennale. Il provvedimento riguarda, in particolare, un contingente di docenti non superiore alle 8000 unità, a partire dall’anno scolastico 2032/2033, che, tuttavia, non dovranno ricoprire “nuove o diverse funzioni oltre a quelle dell’insegnamento”. Sembra, dunque, che le mansioni di questi professori rimangano immutate, ma questa rimane una modifica significativa dello stesso stato giuridico degli insegnanti.
La misura, comunque, è legata alla riforma del reclutamento e formazione dei docenti recentemente approvata.
Riportiamo di seguito la bozza dell’articolo 39 del provvedimento, il quale introduce un’importante modifica al DL 59/2017:
“Per gli insegnanti di ruolo di ogni ordine e grado del sistema scolastico statale, al superamento del percorso formativo triennale e solo in caso di valutazione individuale positiva è previsto un elemento retributivo una tantum di carattere accessorio, stabilito dalla contrattazione collettiva nazionale, non inferiore al 10 per cento e non superiore al 20 per cento del trattamento stipendiale in godimento, nei limiti delle risorse disponibili ai sensi del comma 5 e secondo le modalità ivi previste. […]
I docenti di ruolo che abbiano conseguito una valutazione positiva nel superamento di tre percorsi formativi consecutivi e non sovrapponibili …. possono accedere alla qualifica di docente esperto e maturano conseguentemente il diritto ad un assegno annuale ad personam di importo pari a 5.650 euro che si somma al trattamento stipendiale in godimento. “
Professore esperto: le critiche al provvedimento
Non sono mancate le polemiche di chi critica aspramente la novità voluta dal governo Draghi: riportiamo le parole del presidente di ANIEF, Marcello Pacifico, che crede che queste risorse possano essere utilizzate diversamente nel mondo della scuola:
“Il decreto legge aiuti bis con i 14 miliardi di extra entrate fiscali previste avrebbe dovuto dare ristoro per rispondere ad alcune emergenze per l’inizio delle lezioni a settembre, dalla ventilazione delle aule alla conferma dell’organico Covid soltanto per soffermarsi ai dati dell’attuale emergenza sanitaria. Già emergenze perché questo era ed è il perimetro entro cui un Governo senza la fiducia durante la campagna elettorale si può muovere. Nel decreto aiuti bis ci saremmo aspettati di avere risorse aggiuntive per firmare il contratto per 1.450.000 lavoratori del comparto istruzione e ricerca dopo 8 incontri in Aran, rispetto ai 100 euro stanziati (4,22% su una inflazione schizzata al 9%), non una rimodulazione delle risorse da dare a 8 mila insegnanti esperti fra 10 anni. Se questa è la bozza del decreto legge, #Anief chiede che sia stralciata e sostituita con norme che diano un effettivo sostegno al lavoro svolto da chi ogni giorno garantisce il diritto costituzionale all’istruzione dei nostri figli, i figli degli italiani. In caso contrario oltre a scioperi, denunce faremo ricorsi in Italia e in Europa per rispettare la salute, la dignità e la libertà dei nostri insegnanti, forse non esperti ma non fessi. “
Ancora, Marcello Pacifico sferra un’accusa di incostituzionalità:
“Di qui il merito di incostituzionalità palese della norma per non parlare del merito dei contenuti, l’introduzione di uno stato giuridico che a dispetto di tutte le altre figure professionali (i vicari ad esempio), introduce una carriera tra gli insegnanti senza dibattito con i rappresentati dei lavoratori e modificando surrettiziamente una legge modificata con il pieno sostegno del Parlamento e legata ai finanziamenti comunitari. Si ricorda peraltro che in passato la modifica dello stato giuridico (che almeno era organica) introdotta con la legge 53/2003, fu abrogata nella legislatura successiva (XV). Tutto ciò è irricevibile, porterà alla mobilitazione del personale in autunno e alla chiusura di plessi, classi e istituti dopo la verifica dello stato di sicurezza degli edifici da parte delle RSU. “
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