Cinghiale a Milano? Navigli, la movida della città. Un cinghiale è stato avvistato questa mattina verso le 7.30 in Darsena. Alcuni cittadini hanno filmato parti dell’episodio. L’animale si sarebbe spinto dalle strade sino al tuffo in acqua. Il caldo e la sete lo hanno stremato e portato a tanto. Si sono mobilitati i vigili del fuoco con sommozzatori ed esponenti dell’unità operativa Speleo Alpinistico Fluviale (Saf).

Cinghiale a Milano

Cinghiale a Milano. La presenza dell’animale è stata segnalata da alcuni passanti: nuotava indisturbato. Recuperarlo è stato difficile non solo perché evidentemente spaventato, ma soprattutto per le sue spiccate capacità notatorie. Con rapidità il cinghialotto si è infilato in uno dei canali e, dopo molto tempo, quattro squadre di vigili del fuoco sono riuscite nel loro intento. Per prima cosa ci si è chiesti come abbia fatto il cinghiale a recarsi sin lì e non è stato poi tanto difficile ricostruire la vicenda o le ragioni dietro la sua presenza nel canale. Le strade teoriche sono principalmente due. Per prima ipotesi, il cinghiale potrebbe essere caduto accidentalmente nel naviglio esterno a Milano, nelle campagne. La corrente può averlo trasportato sino in centro. Non sarebbe una novità per questi animali selvatici: è un fenomeno piuttosto frequente. Sono stati rilevati diversi casi in cui ad esempio i caprioli finiscono in acqua, morendo disgraziatamente nel canale. Il cinghiale dei navigli oggi è stato decisamente più fortunato e più agile, ma bisogna considerare anche la seconda teoria: potrebbe essere finito in Darsena di sua spontanea volontà.

Cinghiale nuota in Darsena e non solo

A farci pensare che la presenza del cinghiale nel canale non sia stato del tutto un incidente sono altri episodi, sempre di questo genere, che hanno come protagonisti proprio i cinghiali, pronti ad inoltrarsi nei centri urbani e negli ambienti frequentati e lontani dalle campagne. Vogliono cibo e intendono refrigerarsi nei corsi d’acqua a causa della siccità e della scarsità di cibo nel loro habitat, in cui non rimane quasi più nulla, a partire dalla mancanza d’acqua per via delle altissime temperature. Il surriscaldamento globale e gli ormai noti cambiamenti climatici giocano in questo caso specifico un ruolo che non è ignorabile. Solo una piccola conseguenza di tutto questo, quindi, la presenza del cinghiale al centro di Milano, in un mare di altri fenomeni legati allo stesso attualissimo tema (ne parliamo qui).

Nel corso del 2022 è stato segnalato un incidente ogni 41 ore, con 13 vittime e 261 feriti gravi per via della presenza di cinghiali nei centri urbani.

E’ stato richiesto anche l’intervento di Coldiretti, principale associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana. Essa si espone commentando queste vicende nel seguente comunicato:

“Il caldo opprimente spinge 2,3 milioni di cinghiali nelle città in cerca di cibo nelle strade e di refrigerio nei corsi d’acqua metropolitani, dopo aver fatto piazza pulita in campagna di quel che rimane delle coltivazioni decimate dalla siccità. E’ a rischio la sicurezza delle persone, visto che portano malattie e causano incidenti. C’è un’insofferenza crescente, con l’81% degli italiani, secondo l’indagine Coldiretti, che ritiene che questa emergenza vada affrontata con gli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato.”

Il presidente della della Coldiretti, Ettore Prandini, continua a spiegare:

“Negli ultimi anni 800 mila ettari di terreni fertili sono stati abbandonati in molti casi proprio a causa della proliferazione della fauna selvatica che danneggia le coltivazioni e la redditività degli agricoltori; fa qui l’urgenza di un decreto legge per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992 per ampliare il periodo di caccia al  cinghiale e dare la possibilità alle Regioni di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette”. 

Cinghiale a Milano: cosa si può fare?

Annegati o soppressi, un brutto destino ha atteso questi esemplari nel corso degli ultimi anni. Episodi di cinghiali presenti nelle stesse aree sono stati registrati tra il 2020 e il 2021. Le ricerche hanno portato a risultati riguardo la loro provenienza: alcuni provenivano dal parco del Ticino e si erano avviati a nuoto verso la metropoli.

Ad esporsi sulla situazione di allarme è anche Legambiente. Ecco le dichiarazioni:

“Aprire la caccia in prossimità o addirittura dentro i centri abitati rappresenterebbe un problema più che una soluzione, da un lato per motivi legati alla sicurezza, dall’altro per l’inefficacia della misura, dal momento che diversi studi dimostrano come l’espansione di determinate specie di ungulati, come ad esempio i cinghiali, non può essere controllata con i metodi di caccia tradizionali che non hanno alcuna efficacia nel limitarne l’accrescimento delle popolazioni”.

L’associazione ambientalista continua:

“Per ridurre l’avventurarsi di animali selvatici e gli spiacevoli incontri con l’uomo, la soluzione è ridurre le cause che li attirano nei nostri centri, a partire da azioni come la corretta gestione dei rifiuti urbani e il divieto di dare loro da mangiare.”

Vedi anche qui come difendersi in caso di attacco da parte dei cinghiali e le ultime notizia sul via libera abbattimento cinghiali nel Lazio qui. Resta su TAG24 per altre notizie relative agli animali e all’ambiente in generale.