Le indagini sull’omicidio dell’architetto Walter Albi non si fermano. Intanto, Luca Cavallito (ricoverato in ospedale) migliora ed è sorvegliato dalla vigilanza armata. La misura si sarebbe resa necessaria dopo che, martedì sera, un uomo dall’accento napoletano e con tatuaggi sul corpo si è presentato in ospedale per chiedere informazioni sulle condizioni di salute del 49enne: voleva sapere se fosse ancora vivo. Gli investigatori della squadra mobile, diretti da Gianluca Di Frischia, coordinati dal pm Andrea Di Giovanni hanno ascoltato e riascoltato familiari, amici, conoscenti, persone con cui erano in affari.
La sparatoria a Pescara
Walter Albi, 66 anni, martedì scorso è stato freddato a colpi di pistola nel bar di via del Parco a Pescara, verso le ore 20, mentre festeggiava il compleanno in compagnia di un amico, Luca Cavallito 49 anni, originario di Torino, figlio dell’ex giocatore della Juventus e del Pescara Davide Cavallito. I due si conoscevano da anni per via di una amicizia fra i rispettivi padri e volevano realizzare nella zona del porto turistico di Pescara un albergo con casette sul mare.
Cavallito è rimasto gravemente ferito nell’agguato ed è stato sottoposto a due interventi chirurgici la scorsa notte, uno al torace e l’altro all’addome, entrambi riusciti. Sarebbe lui il vero obiettivo del sicario che gli ha sparato 3 colpi di pistola, di cui uno al volto. Sceso da uno scooter, il killer, con il volto coperto, si è diretto verso Albi e Cavallito e ha sparato diverse volte, poi è fuggito. Le forze dell’ordine sono ora sulle sue tracce.
Il ritrovamento del terzo cellulare
Come riferisce il centro investigativo, il cellulare in questione era a terra, vicino ai corpi di Albi e Cavallito. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il killer, prima di risalire sullo scooter per darsi alla fuga, ha preso dal tavolino un mazzo di chiavi e i due telefonini delle vittime. Non ha visto che a terra, vicino ai due corpi insanguinati, c’era un terzo di telefonino.