Una donna di 71 anni si è vista bloccare la pensione dal 30 giugno. Il motivo? Per un errore dell’Inps, la cittadina risulta deceduta. Ora la pensionata sta lottando per riavere indietro quello che le spetta di diritto.
La vicenda
La donna non riceveva la pensione dal 30 giugno. Il 4 luglio ha quindi chiamato presso la sua banca per avere spiegazioni. L’istituto di credito ha risposto così alle sue lamentele: “L’Inps ci ha comunicato che lei è morta”. Ma la signora deceduta in realtà è un’altra, omonima.
Purtroppo però, questo errore dell’Inps sta causando un grave danno alla donna, che oltre a non ricevere più la pensione sta lottando con la burocrazia per dimostrare legalmente di essere viva e vegeta.
Il racconto della pensionata
La donna vittima di questo grave errore dell’Inps è un’ex insegnante di Balangero, in pensione dal 2004. Secondo il suo racconto, all’Inps risulta morta dal 15 giugno e ora deve dimostrare di essere ancora in vita.
In una recente intervista, la cittadina torinese ha raccontato:
Ho dovuto chiedere al comune di Balangero di produrre e rilasciarmi quella che si chiama Dichiarazione di esistenza in vita, e insieme alla fotocopia della mia carta d’identità l’ho spedita via mail prima, il 5 luglio alla banca, altrimenti mi avrebbero bloccato il conto corrente. Il 14 luglio ho mandato tutto anche all’Inps, sia di Torino che alla sede di Roma. Questo sempre tra una telefonata e l’altra, sperando che l’iter si sbloccasse”.
Ma purtroppo, per il momento la situazione non è ancora stata risolta:
Ora sono già due mesi che non percepisco la pensione.
Ha aggiunto.
Purtroppo gli errori Inps sono più comuni di quel che si può immaginare. Dai calcoli pensionistici errati ai trattamenti previdenziali non riconosciuti, o ancora le richieste di somme di denaro non dovute, che vengono trattenute indebitamente sugli importi delle pensioni, sono solo alcuni degli sbagli commessi con maggiore frequenza.