Nell’ultima settimana i contagiati dal virus West Nile sono più che raddoppiati. È quanto si legge nel bollettino diramato dall’Istituto superiore di sanità questo pomeriggio, secondo il quale dall’inizio di giugno sono stati 94 i casi segnalati in Italia (nell’ultimo bollettino erano 42), di cui 55 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva, 19 sono stati identificati in donatori di sangue, 19 casi con febbre e 1 sintomatico. Il primo caso accertato della stagione nel nostro Paese era stato segnalato nel Veneto, in provincia di Padova; ora tra i casi totali confermati si è arrivati a 7 decessi: 5 in Veneto, 1 in Piemonte e 1 in Emilia-Romagna.
West Nile cos’è e quali sono i sintomi principali
Il virus West Nile (del “Nilo occidentale”) fa parte della famiglia dei flaviviridae ed è stato isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, nel distretto di West Nile, da cui prende il nome. I suoi serbatoi naturali sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione agli esseri umani (anche altri mammiferi, come cavalli, cani, gatti e conigli possono essere infettati). Come accade per altri virus, la trasmissione può avvenire anche con trapianti di organi, trasfusioni di sangue e, durante la gravidanza, da madre a figlio. Il periodo di incubazione oscilla invece tra i 2 e i 14 giorni, ma può arrivare anche a 21 nei soggetti immunodepressi.
Anche se la maggior parte delle persone infette sono asintomatiche, il virus è in grado di causare una malattia chiamata “febbre del West Nile” che, nei casi più gravi (1 caso su 1.000 circa) può causare un’encefalite letale. In generale i sintomi osservati sono piuttosto lievi e possono includere:
- Febbre
- Mal di testa
- Nausea
- Vomito
- Linfonodi ingrossati
- Sfoghi cutanei
- Arrossamento degli occhi
- Dolori muscolari e articolari
Negli anziani e nelle persone più fragili la sintomatologia può acuirsi: 1 persona su 150 circa può avere problemi di tipo neurologico e altri effetti gravi, come:
- Febbre molto alta
- Forte mal di testa
- Debolezza
- Disorientamento
- Tremori
- Disturbi della vista
- Torpore
- Convulsioni
- Paralisi
- Coma
Come prevenire la febbre del West Nile
Dal momento che non esistono ancora vaccini per la febbre del West Nile, la prevenzione consiste principalmente nel proteggersi dalle punture di zanzare ed evitare di metterle nelle condizioni di riprodursi. È quindi compito delle amministrazioni locali mettere in campo delle soluzioni per impedire la proliferazione degli insetti, drenando specchi di acqua stagnante e disinfestando le zone più popolate. Per i singoli, le raccomandazioni dell’Iss sono le seguenti:
- Usare repellenti
- Indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
- Installare zanzariere alle finestre
- Svuotare frequentemente i vasi di fiori e altri contenitori contenenti acqua stagnante
- Cambiare spesso l’acqua nelle ciotole degli animali
- Tenere le piscinette per bambini e animali in posizione verticale quando non sono usate, per evitare ristagni