Cina-Taiwan, tensione alle stelle. Pechino ha lanciato le più grandi esercitazioni militari mai avviate nello Stretto di Taiwan, circondando l’isola all’indomani della fine della visita della speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Nancy Pelosi. Le Forze Armate del Comando Orientale dell’Esercito Popolare di Liberazione “hanno condotto un addestramento a fuoco vero a lungo raggio nello Stretto di Taiwan e hanno effettuato attacchi precisi su aree specifiche che hanno raggiunto i risultati attesi”, si legge nella nota emessa dalle Forze Armate cinesi, che successivamente hanno portato a sette le aree circostanti Taiwan interessate dalle esercitazioni militari che si protrarranno fino a lunedì prossimo. Le esercitazioni di Pechino, che si concluderanno lunedì, sono focalizzate sull’addestramento congiunto con sessioni di blocco, assalto di target marittimi, attacchi sulla terraferma e attività di controllo dello spazio aereo, nell’ambito di un test generale sulle capacità di combattimento e di coordinamento delle truppe, secondo un dispaccio della Xinhua. Sulle responsabilità della crisi è già partito una scambio di accuse.
Cina-Taiwan, tensione alle stelle
In risposta al “comportamento irrazionale” del Partito Comunista Cinese, il Ministero della Difesa di Taiwan ha dichiarato di attenersi al principio di “prepararsi alla guerra senza cercare la guerra”. Sul piano delle operazioni, cacciatorpedinieri cinesi sono stati avvistati al largo delle coste di Hualien, nella parte orientale di Taiwan fin dalla mattina di oggi, e dieci navi hanno solcato la linea mediana dello Stretto di Taiwan. A Xiamen, di fronte allo Stretto di Taiwan e a soli pochi chilometri dall’isola taiwanese di Kinmen, immagini circolanti on line mostrano lunghe colonne di mezzi blindati e anfibi. Secondo quanto riporta la Afp, l’esercito cinese ha sparato proiettili dall’isola Pingtan, nella provincia cinese del Fujian, che si affaccia sullo Stretto, ma soprattutto Pechino ha confermato di avere condotto “con successo” esercitazioni missilistiche colpendo “tutti i bersagli con precisione”.
Taiwan-Cina-Usa, il triangolo che mina la sicurezza mondiale
“Spero che Pechino non crei una crisi o non trovi un pretesto per aumentare la sua aggressiva attività militare”.
Lo ha dichiarato il segretario di Stato americano, Antony Blinken, a Phnom Penh, in Cambogia, nel suo incontro con i rappresentanti dell’Asean (l’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico). Il capo della diplomazia statunitense ha sottolineato che Washington mantiene il suo interesse a “mantenere la pace e la stabilità” nello Stretto di Taiwan e ha avvertito che un’escalation “non gioverebbe a nessuno, compresi i membri dell’Asean e inclusa la Cina”.
“Voglio sottolineare che nulla è cambiato nella nostra posizione”, ha affermato Blinken riferendosi a Taiwan, per poi avvertire che un’escalation “può avere conseguenze indesiderate che non interessano a nessuno”.
Nel mentre, l’esercito cinese oggi ha iniziato le sue esercitazioni militari intorno a Taiwan, che hanno causato “un blocco marittimo e aereo” dell’isola, secondo il ministero della Difesa taiwanese. Le manovre, che iniziano un giorno dopo la controversa visita della presidente della Camera dei rappresentanti Usa, Nancy Pelosi, a Taipei, prevedono la chiusura dello spazio marittimo e aereo in sei aree dell’isola e hanno interessato 18 tratte aeree internazionali e più di 900 voli sono stati costretti a modificare la rotta.
Blinken: Usa contrari a cambiare status quo di Taipei
“Gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi azione unilaterale per cambiare lo status quo di Taiwan, soprattutto con la forza, e la nostra politica su Taiwan non è cambiata. Voglio sottolineare che nulla è cambiato nella nostra posizione”,
ha affermato Blinken riferendosi a Taiwan, per poi avvertire che un’escalation “può avere conseguenze indesiderate che non interessano a nessuno”.
“Spero che Pechino non crei una crisi o non trovi un pretesto per aumentare la sua aggressiva attività militare”,
ha concluso.