Truffa sul Reddito di cittadinanza scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino. Dichiaravano di risiedere nel capoluogo piemontese, ma in realtà continuavano a vivere all’estero. L’Unsic, in un comunicato ufficiale, chiarisce la sua posizione in merito al “soggetto indagato” e ha evidenziato la loro totale estraneità ai fatti e ha specificato l’allontanamento del soggetto indagato.
Rettifica della notizia scritta il 3 Agosto dal nostro giornale, con fonte “Il Fatto Quotidiano”. L’ Unsic, l’ente in questione, smentisce con un comunicato ufficiale l’emissione di 5 provvedimenti cautelari legati all’irregolare erogazione del Reddito di cittadinanza e precisa quanto segue:
“L’UNSIC nazionale, il CAF UNSIC nazionale ed il Patronato ENASC evidenziano la loro assoluta estraneità a fatti e condotte contestati dalla Guardia di Finanza di Torino ad operatori di una locale struttura sindacale per irregolarità nell’elaborazione di richieste per il reddito di cittadinanza.
Nell’immediato, al soggetto indagato, da parte dell’UNSIC, sono state revocate le credenziali d’accesso ai portali istituzionali al fine di permettere agli inquirenti ogni dovuta serenità nella conduzione delle indagini.
Nel caso in cui le accuse dovessero trovare fondamento, l’UNSIC si costituirà parte civile nell’eventuale processo penale per la tutela della propria immagine e degli interessi degli iscritti in tutta Italia”.
La Guardia di Finanza di Torino ha concluso un’articolata indagine di polizia giudiziaria in materia di indebita percezione del Reddito di cittadinanza e di emergenza, che ha portato all’emissione di provvedimenti cautelari personali per possibili violazioni connesse alla irregolare erogazione nei confronti di soggetti stranieri.
Gli accertamenti hanno consentito di raccogliere elementi per ritenere che alcune persone, prevalentemente cittadini rumeni potessero aver falsamente dichiarato, nella domanda di accesso al beneficio, di risiedere nel capoluogo piemontese.
I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di individuare una dipendente dell’Istituto di Patronato denominato Enasc (Ente Nazionale Assistenza Sociale ai Cittadini)/Caf Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) di Torino, che avrebbe inoltrato, in violazione alle vigenti disposizioni normative, numerose richieste al Portale Inps finalizzate a consentire l’indebita erogazione della misura. Fatti, però, ora smentiti dalla stessa Unsic.
Truffa Reddito di cittadinanza: 1,4 milioni di euro percepiti illecitamente
Secondo l’accusa il totale delle somme percepite illecitamente ammonterebbe a circa 1 milione e 400mila euro, mentre sono al vaglio dei militari operanti le posizioni di ulteriori circa 3.000 percettori del reddito di cittadinanza, nei cui confronti sono in via di esecuzione specifici approfondimenti.
L’azione “messa in campo” dalle Fiamme Gialle torinesi, in stretta collaborazione con l’Autorità giudiziaria e con il supporto dell’INPS, s’inserisce in una più ampia e strutturata strategia a tutela delle molteplici forme di spesa pubblica che il Comando Generale della Guardia di Finanza ha perfezionato per individuare chi indebitamente percepisce finanziamenti nazionali e/o dell’Unione europea. Grazie ad un’azione investigativa multidisciplinare, trasversale che valorizza appieno le capacità investigative della componente territoriale e di quella speciale del Corpo.
Assessore regionale al lavoro: “meccanismo indifendibile”
L’assessore regionale al lavoro Elena Chiorino dopo la scoperta della truffa ai danni dello Stato dichiara:
“È evidente come il Reddito di cittadinanza sia ormai un meccanismo indifendibile, il sussidio parte da un presupposto di solidarietà, ma continua a dimostrarsi una riforma fallimentare e diseducativa che disincentiva al lavoro e che va abolita anche per fermare l’emorragia di truffe continue ai danni dello Stato e dei cittadini onesti. Le risorse destinate al reddito devono essere impiegate per sostenere l’economia reale, il lavoro e chi crea ricchezza e vuole assumere. Il mio sentito grazie per l’impegno con cui le forze dell’ordine hanno fermato l’ennesimo odioso spreco di denaro pubblico riportando ancora una volta la legalità”.
L’attività operativa svolta dalla Guardia di Finanza testimonia il costante impegno in ragione delle sue peculiari prerogative di forza di polizia economico-finanziaria e garantisce la corretta allocazione delle risorse pubbliche stanziate che, nel caso del reddito di cittadinanza, sono destinate a sostenere economicamente l’inclusione sociale e il reinserimento nel mondo del lavoro delle fasce più deboli della popolazione.