Perché l’acqua frizzante scarseggia nei supermercati?

La carenza di anidride carbonica si fa sempre più evidente tra gli scaffali.

In diverse città è già allarme acqua gassata.

Le bottiglie sono introvabili o a prezzi inaccessibili.

Ma cosa sta causando questa emergenza?

Perché l’acqua frizzante scarseggia? Ecco i motivi di questa scarsità

L’acqua gassata è sempre più introvabile nei supermercati.

Con gli scaffali già vuoti in diverse città del Nord Italia, potrebbe diventare merce rara in breve tempo.

La scarsa disponibilità di anidride carbonica, infatti, sta già colpendo molte aziende italiane, che nella maggior parte dei casi ne hanno già fermato la produzione.

In Italia, gran parte delle acque gassate è costituita da acqua minerale naturale addizionata di anidride carbonica mediante un processo chiamato carbonatazione. La crisi energetica in atto, sta colpendo anche questo settore e alcune aziende leader del mercato, come ‘Sant’Anna’ hanno dovuto fermare la produzione.

L’allarme è stato lanciato proprio dalla società ‘Sant’Anna’, che nelle scorse settimane, ha annunciato lo stop alla produzione almeno fino a fine agosto per l’acqua frizzante.

Tuttavia, il problema, dato dalla scarsità di produzione dell’anidride carbonica e dal suo costo eccessivo, potrebbe riguardare tutte le bibite gassate, anche se per il momento su questo fronte non si segnalano particolari carenze.

Carenza di CO2 e prezzi alle stelle: “non ci saranno più bottiglie in vendita”

Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di ‘Acqua Sant’Anna’, settimane fa, aveva annunciato di aver temporaneamente fermato la produzione di acqua frizzante, che rappresenta il 30% del totale, e ancora oggi, l’imprenditore spiega che è costretto a continuare sulla stessa linea:

“Oggi ho scritto una lettera al mercato: non garantirò ancora la fornitura di frizzante per tutto agosto”.

E ha continuato, aggiungendo:

“La CO2 è introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti”.

L’acqua frizzante scarseggia e sarà, quindi, sempre più difficile da trovare in vendita.

Il problema esiste già dalla fine del 2021, ma fino ad ora, le aziende erano riusciti a tamponare l’emergenza, pagandola di più, ma ora il prezzo è cresciuto a dismisura, come conferma anche Bertone:

“Eravamo riusciti a tamponare quella che in questi giorni sta ripresentandosi in forma di vera emergenza, che riguarda tutti i produttori europei. Le aziende di CO2 ci spiegano che preferiscono destinare la produzione al comparto della sanità, saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. Così l’acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita”.

E ha continuato:

“Il prezzo della Co2 è cresciuto anche di sette volte: una cisterna che costava 3 mila euro siamo arrivati a pagarla 21 mila, con grandi ritardi nelle consegne. Ma neanche a quelle condizioni non si trova anidride carbonica o se ne trova pochissima e il problema per i produttori è che quella poca che c’è serve per linee diverse, dalle bottigliette da 0,25 a quelle da un litro e mezzo, da quelle per i distributori automatici a quelle per i bar. A volte la Co2 a disposizione permette di fare un lotto di bottiglie da un litro e mezzo, ma non il mezzo litro e chi si aspetta una fornitura di quel tipo resta deluso. Quindi piuttosto della continua incertezza, abbiamo preferito mettere in chiaro che, fino a quando non ci sarà un mercato stabile, le nostre consegne continueranno a essere interrotte”.

L’Italia è il primo paese in Europa e uno dei primi al mondo per consumo di acqua in bottiglia, con una media di oltre 200 litri l’anno a testa, ma adesso il futuro a breve termine è un grosso punto di domanda.

Le cose, infatti, stanno cambiando e se la carenza di Co2 verrà in qualche modo risolta nei prossimi giorni, settimane o mesi, bisognerà aspettarsi dei rincari sul prezzo finale.

Si tratta quindi, di una difficoltà che potrebbe mandare in crisi l’intero settore alimentare, dal momento che il gas addizionato viene utilizzato per preparare moltissimi alimenti.

Nei prossimi giorni, la situazione sarà sempre più evidente e per il futuro non esistono ancora delle soluzioni al problema della scarsità di Co2.

Non si sa ancora quando la produzione potrà ripartire, ma la speranza dell’imprenditore Bertone è quella di tornare alla normalità molto presto:

“Spero a settembre, ma non ho alcuna certezza. Ci auguriamo che nel frattempo qualcuno faccia investimenti per produrre più Co2 per uso alimentare: noi siamo sempre aperti a nuove proposte e siamo disponibili anche a entrare in partnership”.

Nel frattempo, la scarsità di acqua frizzante, si fa sentire ancora di più nei piccoli market, dove, nella maggior parte dei casi, non è rimasta nemmeno una bottiglia.

D’altro canto, arriva anche la conferma della nota catena francese ‘Carrefour’, che ammette di riscontrare notevoli difficoltà negli approvvigionamenti.