Che cosa hanno in comune Winston Churchill, Pelè, Julio Velasco, Bob Marley? Poco, anzi nulla, scorrendo le loro biografie: Churchill è stato una delle figure politiche più significative del XX secolo; Pelè l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni dei campionati del mondo; Velasco ha unito il suo nome all’Italia del volley che ha collezionato tre ori europei, due mondiali e cinque vittorie nella World League; Marley è il padre della musica reggae.
Abbiamo provato a cercare tra i loro pensieri una riflessione su una parola che fa paura, fallimento, perché nella vita di ogni persona si susseguono momenti positivi e negativi. E’ importante gioire per un traguardo raggiunto quanto non abbattersi per un mancato obiettivo. Pensate, proprio Churchill, protagonista delle vicende politiche britanniche e internazionali per oltre cinquant’anni, diceva che “il successo è la capacità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”. E Pelè, che si contende con Maradona il titolo di migliore calciatore di tutti i tempi, dice che “Il successo non è quante volte vinci ma come giochi la settimana dopo aver perso” e di vittorie la star brasiliana se ne intende.
Churchill, Pelè, Velasco e Bob Marley
Anche Julio Velasco, il coach protagonista della lunga stagione del stellare volley azzurro, ci insegna:
“Chi vince festeggia, chi perde spiega”.
Invece spesso chi perde scappa. Come affrontare il domani è uno dei quesiti che ci poniamo dopo una sconfitta che non avevamo previsto. Ci sentiamo vulnerabili per l’incertezza che il ko ha provocato nelle nostre granitiche certezze. Per i momenti di sconforto, dopo una battuta d’arresto, allora ci viene in soccorso un pensiero di Bob Marley:
“Oggi è il giorno che ti faceva paura ieri”.
L’abbiamo superato. Può riprendere la corsa perchè dagli errori, dai fallimenti, si può imparare.
Stefano Bisi