La questione ha tenuto banco per più di qualche giorno, il Movimento 5 Stelle si è sottoposto all’ennesimo aut-aut: la regola del doppio mandato va tenuta oppure no? Checché ne dica il Presidente Giuseppe Conte, sembra che sia stato proprio lui il principale fautore di una potenziale deroga. Il motivo è facile da intuire, con la necessità di dover formare le liste del suo partito in vista delle elezioni politiche, Conte voleva mantenere uno zoccolo duro che potesse perseguire il lavoro già avviato negli anni addietro. Ci ha pensato Beppe Grillo a sfatare ogni dubbio: il garante, in maniera piuttosto perentoria, ha stoppato sul nascere ogni discorso relativo a possibili modifiche. Per cui niente deroghe: la regola del doppio mandato resta. Questo ha, evidentemente, cambiato i piani di diversi personaggi politici ormai esclusi da possibili candidature. Vediamo, nel dettaglio, quali sono i parlamenti che non potranno più candidarsi.

Niente deroghe al doppio mandato: quali sono i parlamenti del M5s che non possono più candidarsi

Il Presidente della Camera Roberto Fico; la Ministra alle Politiche Giovanili Fabiana Dadone ed il Ministro ai Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà. Sono questi alcuni dei big pentastellati che hanno terminato, in ottemperanza alla regola del doppio mandato, le loro possibilità di candidatura al Parlamento. Non mancanoa altri nomi di spicco del Movimento tra cui l’ex Ministro ai Trasporti Danilo Toninelli; la Vicepresidente del Senato Paola Taverna ed il già reggente del Movimento Vito Crimi. Completano il quadro: Davide Crippa (ex Capogruppo alla Camera); Carlo Sibilia (Sottosegretario al Ministero degli Interni); Riccardo Fraccaro (ex Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio).

Non è ancora chiaro, al momento, chi di loro deciderà di migrare in un altro partito per dare proseguo alla propria carriera politica. Nelle scorse ore si è parlato di un possibile passaggio di Roberto Fico nel Partito Democratico. Ad oggi, però, non arrivano conferme. L’idea è che in questa fase estremamente liquida, dove tutti i gruppi partiti si stanno riposizionando in vista del voto del 25 settembre, sia lecito aspettarsi qualsiasi cosa.