Come accade in altri sport a volte ci sono delle “superleghe” che entrano di prepotenza per prendersi posti da protagonista: così è stato anche per il golf con il tour LIV Golf, conosciuto ai più come Superlega araba.
La sua entrata in scena ha destato preoccupazione nel PGA Tour, che ha subito perso atleti di alto profilo “incantati” dalle allettanti offerte arabe. Tra i nomi più altisonanti Henrik Stenson, capitano del Team Europe alla Ryder Cup 2021, che per la sua scelta ha perso il ruolo da capitano per la prossima edizione, che si svolgerà nel 2023.
Gli appassionati sicuramente sanno che dal denaro arabo sono stati sedotti anche Phil Mickelson, Bubba Watson, Dustin Johnson e molti altri.
Chi ha detto no alla Superlega araba, il caso Tiger Woods
Il gram rifiuto alla Superlega araba è arrivato da un’icona di questo sport, Tiger Woods, lo statunitense 15 volte campione di un Major. A rivelarne i retroscena Greg Norman, CEO di Liv Golf, che ha ora rivelato le cifre che erano state offerte.
Non un miliardo di dollari come si vociferava, ma tra i 700 e gli 800 milioni di dollari. Woods si era così espresso sulla diaspora dei golfisti verso il Liv Tour.
“Hanno voltato le spalle a chi ha permesso loro di arrivare a questo livello”. Qual è l’incentivo a partecipare? Qual è l’incentivo per andare là fuori e guadagnare soldi sporchi? Sei solo pagato un sacco di soldi per giocare ad un paio di eventi con 54 buche. Suonano musica a tutto volume e hanno tutte quelle atmosfere diverse”.