Centinaia di lavoratori dell’Ansaldo Energia a Genova, hanno dato vita al corteo che chiede a gran voce le dimissioni dell’ad Giuseppe Marino. L’azienda è in pre-fallimento e 2400 dipendenti rischiano di perdere il posto di lavoro. Disagi nel traffico e strade chiuse durante la mattinata.

Assemblea e corteo, questa mattina, 2 Agosto 2022, per i lavoratori di Ansaldo Energia che hanno deciso di dare vita a un corteo tra val Polcevera e Sampierdarena a Genova per protestare contro la situazione dell’azienda, che rischia il fallimento.

Dopo aver percorso via Trenta Giugno 1960 e imboccato il ponte di Cornigliano, dove i lavoratori sono stati raggiunti da delegazioni dell’ex Ilva e Fincantieri, i manifestanti si sono diretti verso la sopraelevata.

È stata così bloccata anche via Cantore e il casello di Genova Ovest. Poco dopo le 11, sulla A7 è stato invece, riaperto il tratto compreso tra l’allacciamento con l’A10 e il piazzale Sampierdarena in direzione Genova e tra il piazzale di Sampierdarena e la barriera di Genova Ovest in direzione Serravalle, precedentemente chiusi a causa della manifestazione. 

Attualmente, si registrano circa 3 km di coda in direzione del capoluogo ligure, in corrispondenza della precedente deviazione obbligatoria sulla A10 Genova-Savona. 

Tolto il blocco alla barriera autostradale di Genova Ovest, i lavoratori di Ansaldo Energia rientreranno verso lo stabilimento di Campi, ancora in corteo.

Corteo Ansaldo Genova: perchè si manifesta

La direzione aziendale di Ansaldo nelle scorse settimane ha comunicato che l’azienda “è entrata ufficialmente in una situazione di pre-fallimento, con i debiti che superano i ricavi di centinaia di milioni di euro e che se l’azionista di maggioranza, la CdP, non ricapitalizza, sarà commissariata portando i libri in tribunale, senza avere nemmeno i soldi per pagare gli stipendi ai dipendenti, in pratica un disastro”. Questa la comunicazione della Rsu Fiom Aen. E i sindacati si sono messi subito sul piede di guerra scendendo in strada a protestare.

“Quello che sta accadendo in Ansaldo Energia è una vera e propria vergogna che non lasceremo passare”. Così Igor Magni segretario generale della Camera del Lavoro di Genova commenta la notizia che coinvolge il sito produttivo di Genova Campi.

“La priorità ora è fare quadrato per salvare e dare prospettive ad un’azienda storica del territorio e strategica per il Paese: sindacato, politica, istituzioni devono remare tutte nella stessa direzione scongiurando il peggio e cercando soluzioni che non penalizzino le maestranze, le uniche che in questa vicenda non hanno responsabilità. Il fallimento di Ansaldo Energia sarebbe un colpo mortale per l’industria genovese e del Paese”.

La Fim Cisl comunica e sottolinea di essere pronta a intraprendere qualsiasi azione di mobilitazione anche dura: “È recente la notizia dell’acquisizione di due bandi sul Pnrr, l’ennesima dimostrazione di come l’azienda possa avere prospettive senza dubbio importanti. Si può tamponare questa situazione magari attraverso strumenti che possano portare a risparmi o sistemi di efficientamento insieme all’analisi di tutte le attività che possono essere internalizzate per aumentare le ore lavoro risparmiando anche capacità economiche. Soluzioni per preservare la tutela occupazionale che non deve essere minimamente intaccata”.

Fa eco l’Uilm con Antonio Apa il coordinatore regionale che parla di “situazione disastrosa”. “Risolvere problemi strutturali con la svolta green e con l’idrogeno non risolve i problemi strutturali di Ansaldo, per farlo occorre intervenire sulla struttura, sull’ingegneria, su service, acquisti e logistica per rendere l’azienda efficace ed efficiente”.

I sindacati: 2400 persone rischiano di perdere il lavoro

I sindacati hanno già parlato di mobilitazioni con istituzioni e con la città intera per non perdere il più grande presidio industriale della regione, in totale sono circa 2400 i dipendenti dell’Ansaldo a rischio di perdere il posto di lavoro, di cui mille operai e 1400 impiegati, con oltre 400 persone impiegate nei servizi in subappalto. Se dovesse chiudere, il colpo per tutta la città sarebbe pesantissimo.

“Marino non ti vogliamo”, “dimissioni”, “la rovina dell’Ansaldo siete voi” sono i principali cori che si alzano dal lungo serpentone che sta attraversando le strade della Valpolcevera.

“Marino ci ha convocato dicendo che sta per portare i libri in tribunale, sottolinea Federico Grondona delegato sindacale Fiom ribadendo che non ci sono commesse fino al 2023 se non addirittura fino al 2024. 

I lavoratori preoccupati per il loro futuro e scesi in strada a manifestare dicono: “Il problema è la guerra ma non è vero, la verità è che non sono capaci a prendere commesse e portare il lavoro in fabbrica. Non abbiamo ancora i numeri ma è evidente che senza lavoro sarà un bagno di sangue. Ma non gliela faremo chiudere, piuttosto bruciamo l’Ansaldo.

Pinasco della Uilm spiega: “Abbiamo bisogno di un incontro urgente con Cassa Depositi e Prestiti, andremo avanti ad oltranza con la mobilitazione nelle prossime settimane. Serve un piano industriale, un piano di investimenti per i prodotti principali dell’azienda e su nuovi produzioni”.