L’acqua è come la libertà, te ne accorgi quando manca. La siccità da record in Italia continua a colpire le colture e a provocare danni ambientali mentre i giovanissimi seguaci della loro coetanea Greta Thumberg si sono riuniti a Torino per rinnovare l’allarme sul clima. Dopo aver sottovalutato e perfino ridicolizzato l’attivista svedese che richiamava i Grandi della Terra a porre più attenzione e soprattutto ad agire, ora ci accorgiamo che senz’acqua muore la vita. A prenderla sul serio sono stati solo i più anziani, i nonni, coloro che hanno bevuto l’acqua tirata su dal pozzo con secchi di alluminio, coloro che hanno fatto il bagno nel catino, coloro che non avevano il rubinetto nel lavandino e chi andava a lavare i panni nel fiume. Loro sì, hanno capito che Greta Thumberg aveva visto lontano. Anzi, molto vicino, perché i grandi e piccoli fiumi italiani sono quasi in secca.
Dal Po al Tevere e all’Arno, grandi fiumi quasi in secca
Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche, il Po sta per toccare una soglia drammatica: gli ultimi rilevamenti effettuati a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, hanno evidenziato che la portata del fiume è prossima a toccare i 100 metri cubi al secondo. Un dato questo che “decreterebbe la fine dell’immagine di ‘grande fiume’ – scrive l’Osservatorio – con tutte le conseguenze, soprattutto di carattere ambientale, che ne stanno derivando”. L’emergenza siccità sta colpendo anche il Tevere. “A Roma, fino a oggi, sono caduti 140 millimetri di pioggia su una media di 430 millimetri: sono cifre da paesi come Algeria e Tunisia. Il livello del fiume è un metro e mezzo più basso della media” dicono gli addetti ai lavori. In crisi anche l’Arno. La sorgente è ridotta a un rigagnolo sotto la lapide con i versi di Dante: “un fiumicel che nasce in Falterona e cento miglia di corso nol sazia…”. Chissà che cosa scriverebbe oggi il Divin Poeta.
Stefano Bisi