Dovrebbe tenersi oggi, 2 agosto, la festa degli uomini in Friuli, con tanto di “gara di mangiatrici di banane”, in cui donne bendate e inginocchiate mangiano banane, mentre gli uomini intorno le incitano urlando frasi come “facci godere”. È quanto accade annualmente a Monteprato di Nimis, dove l’evento attrae non poche persone. Altrettante sono però le polemiche di quanti giudicano la festa, ma soprattutto la gara, sessista, tanto che quest’anno è stata lanciata una petizione online per chiederne l’annullamento, ripostata su Twitter anche da Patrick Zaki.
Festa degli uomini, quando è nata e cosa prevede
È stata organizzata per la prima volta negli anni Settanta, la festa degli uomini di Monteprato, in Friuli. Nasce da uno scherzo goliardico di un gruppo di uomini friulani e prevede una serie di giochi, balli e riti propiziatori costruiti intorno alla figura maschile, che si concludono con l’elezione del David più mascolino. Il tutto avviene tra falli giganti e riferimenti al sesso, che coinvolgono però spesso anche le donne, come la famosa “gara di mangiatrici di banane”, nella quale un gruppo di donne bendate e inginocchiate mangiano banane rette dagli uomini all’altezza della cintura, a simulare un rapporto orale. Vince quella che appaga di più l’appetito maschile. Per molti un inno al sessismo, insomma, che poco avrebbe a che vedere con la giornata internazionale dell’uomo, celebrata il 19 novembre per promuovere l’uguaglianza di genere, anche se gli organizzatori ribattono che “la malizia è negli occhi di guarda”.
Le polemiche e la petizione online rilanciata da Patrick Zaki
Il punto della questione è: perché il programma di questa festa non è stato immaginato diversamente? In altre parole, perché ciò che è festa per l’uomo, o festa dell’uomo, si traduce in una forma di oppressione, denigrazione, oggettificazione e sessualizzazione per la donna e della donna? La risposta, laddove dovesse mancare, desideriamo suggerirla noi: questa gara non è altro che la diretta espressione del contesto culturale in cui è stata immaginata. È il risultato di una cultura che sta alla radice di infinite altre forme di oppressione, diverse, certamente, ma pur sempre tra loro connesse: dalla violenza di genere e le sue molteplici manifestazioni al gender pay gap, dal recente NO del Senato all’affossamento del DDL Zan, dalla questione dell’aborto a quella del lavoro di cura e riproduttivo, ancora, purtroppo, trattato come una prerogativa della donna o addirittura una sua “naturale estensione”.
Queste le parole che si leggono nella nota che accompagna una petizione organizzata online per chiedere l’annullamento della “gara di mangiatrici di banane” nell’ambito della manifestazione e rilanciata su Twitter anche da Patrick Zaki con le seguenti parole: “È nostra responsabilità opporci all’oggettivizzazione e alla sessualizzazione delle donne su tutti i fronti, non importa quanto banale possa sembrare. Ogni azione conta”. È questo il centro della polemica che ha colpito in queste ore la festa della mascolinità, giudicata denigratoria e sessista e organizzata, non a caso, in un Paese, l’Italia, in cui le donne continuano ad essere messe sotto attacco, come si legge sempre nella nota, soggette ad “una violenza continua, strutturale e pervasiva, che solamente in parte è visibile o misurabile”. Tuttavia, l’evento sembra essere stato confermato, nonostante sia al centro di una vera e propria bufera mediatica, che non sembra aver colpito particolarmente la sensibilità degli organizzatori, che sulla pagina Facebook dedicata all’evento hanno postato le seguenti parole:
In queste ore sembrerebbe che stia circolando una interessante petizione che ci vede coinvolti. Stiamo leggendo centinaia di messaggi a riguardo che talvolta ci fanno davvero sorridere: nei prossimi giorni raccoglieremo e pubblicheremo i più divertenti e significativi. Continuate a commentare con ironia e bananosità!