È passato ormai un anno dalla notte magica di Tokyo, quando Tamberi e Jacobs fecero entrare nella storia l’atletica italiana, ora entrambi gli azzurri guardano all’Europeo senza però scordare quelle “notti magiche”.

“È stato uno dei giorni più belli della mia vita. Era il mio sogno da bambino, io all’asilo ho sempre sognato questo, vincere l’Olimpiade. E fra milioni di difficoltà ci siamo arrivati. Sì, perché non ho vissuto solo momenti felici, anzi quelli infelici sono stati di più. Mi impegnavo al mille per cento, ma non capivo perché nonostante il mio talento i risultati non arrivassero. Ci sono volte che anche prima di partire sai che vincerai quella gara. A Tokyo è andata così”.

Quello di Jacobs è un dolce ricordo come quello di Gimbo Tamberi che ricorda così l’abbraccio con Marcell:

“Chi se lo dimentica il nostro abbraccio iconico. Quello con Mutaz ha significato qualcosa di pazzesco, di bellissimo, tante persone all’estero me l’hanno detto. Con Marcell è stata una cosa tutta nostra, tutta dell’Italia”

Ma un anno dopo è un’altra storia, soprattutto per il velocista azzurro che sta vivendo non pochi problemi fisici che ne stanno minando la stagione.

Tutto parte dal 6 maggio, quando un virus intestinale lo mise ai box del meeting di Nairobi: di seguito la distrazione al bicipite sinistro, il fastidio al gluteo e infine la lesione in via di guarigione del grande adduttore destro a Eugene.

Ora però si vede la luce in fondo al tunnel, ed è lo stesso Jacobs a darne la notizia.

In questa stagione all’aperto ci sono state tante dinamiche che non mi hanno consentito di dare quello che valgo. Ora sto meglio e abbiamo un Europeo, l’obiettivo di sposta lì. Prima di tutto devo pensare a guarire“.

Mancano due settimane all’inizio, da capire se Marcell ce la farà: in ogni caso l’impegno sarà “solo” nella gara individuale e non nella 4×100.