Bollette gas cosa cambia dal primo Ottobre. L’Arera, l’autorità per l’energia, le reti e l’ambiente, introdurrà un nuovo computo del costo della materia prima per i clienti domestici ancora in tutela. L’intervento adottato mira a rendere più sicure le forniture ai consumatori.

Bollette gas, ecco cosa cambia. È stata infatti, fissata la data in cui verrà introdotto un nuovo metodo per calcolare il costo del gas all’interno delle nostre bollette a tutela dei consumatori e a garanzia della continuità delle forniture che avrà inizio dal primo Ottobre.

Nel dettaglio, con il prossimo aggiornamento tariffario, cambierà il metodo di computo dei costi della materia prima per le famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela, si tratta oggi di circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, pari al 35,6%.

Il prezzo pagato nella bolletta del gas è determinato da quattro voci: la spesa per la materia prima, la spesa per il trasporto e la gestione del contatore, la spesa per gli oneri di sistema e le imposte. Arera interverrà sulla spesa per la materia gas. L’ente ha infatti, deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso “Psv” italiano, aumentando la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile e non più trimestrale.

Bollette gas cosa cambia: nuovo metodo di calcolare le tariffe aggiornate ogni mese

Prima di tutto verrà dato vita a un meccanismo più dinamico che permetterà di non trasferire sulle bollette i costi di copertura del rischio del gas e di intercettare con maggiore rapidità ed efficacia i vantaggi derivanti da eventuali decisioni prese a livello europeo.

La nuova misura non sarà il tanto atteso intervento strutturale che fermerà gli aumenti, ma renderà più sicure le forniture per i consumatori e più prevedibili i costi in bolletta. Si riducono infatti le incertezze sulla disponibilità di gas e le criticità per i venditori nel reperire sui mercati all’ingrosso il gas necessario per soddisfare la domanda, rifacendosi sui clienti stessi con i rincari in bolletta.

Ovviamente, viene sottolineato in una nota dell’Arera, a questi interventi sarà necessario affiancare iniziative nazionali e comunitarie per ripristinare gli equilibri della domanda e dell’offerta, con la riduzione della prima e identificare meccanismi per la gestione di interventi in caso di emergenze e penuria di materie prime.

Il riferimento per la determinazione del prezzo non sarà più, come oggi, il “Ttf” (title transfer facility), il mercato di riferimento di Amsterdam, protagonista di fortissime oscillazioni negli ultimi mesi dopo l’avvio dell’invasione russa in Ucraina, ma la media dei prezzi del mercato all’ingrosso italiano il “Psv”.

Il Psv è l’hub italiano attraverso il quale avvengono le compravendite di gas, un sistema elettronico conosciuto come “punto di scambio virtuale” e gestito da Snam, l’azienda a partecipazione pubblica che si occupa della rete nazionale di gasdotti per il trasporto del gas.

Questo nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela del gas, ad oggi previsto per Gennaio 2023, ma già slittato molte volte.

Il valore della componente materia prima verrà pubblicato sul sito dell’Arera all’inizio di ogni mese successivo al mese di riferimento. L’intervento adottato mira a rendere più sicure le forniture ai consumatori, soprattutto perché la disponibilità del gas risente della situazione geopolitica internazionale e della guerra in Ucraina.

Malgrado gli interventi del governo Draghi contro il caro energia, la bolletta del gas, segnerà un +70,7%, assestandosi per un totale di 1.696 euro. Nonostante l’azione di forte contenimento della variazione dei prezzi, resta ancora evidente la differenza di spesa rispetto all’anno precedente, perché i prezzi all’ingrosso si mantengono su valori elevati, “influenzati dalla grande incertezza per il conflitto russo-ucraino”, dice l’Arera.

Bollette gas cosa cambia: le reazioni dell’Unc e del Codacons

Secondo il presidente di Arera, Stefano Besseghini, il ricorso a un meccanismo più dinamico di formazione del prezzo “permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio e di trasferirgli invece, immediatamente, i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.

Diverse e opposte, invece, sono le reazioni degli utenti. Per l’Unione nazionale consumatori (Unc) si tratta di un’ottima notizia. Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione ha infatti detto:

“Accolte le richieste che facevamo da mesi all’authority. Ora però anche il governo Draghi deve fare la sua parte e intervenire immediatamente per rinviare la scadenza del mercato tutelato del gas, come chiede oggi Arera e ha già chiesto da mesi”.

Diverso è invece il parere del Codacons che dice: “Siamo decisamente contrari alla decisione di Arera di aggiornare mensilmente le tariffe del gas, una scelta che non mette al riparo gli utenti dalle forti fluttuazioni delle quotazioni energetiche”.

Critica anche da parte di Assoutenti:

“La validità della misura varata oggi da Arera dovrà essere verificata sul campo, per capire se determinerà benefici o come molti temono, svantaggi per le famiglie. Ciò che è certo e molto grave è che Arera abbia provveduto a decidere un cambiamento così importante senza avvisare preventivamente le associazioni dei consumatori e senza un confronto con chi rappresenta coloro che pagano le bollette”.