Nella mattinata di venerdì hanno avuto luogo gli interrogatori di otto dei nove arrestati nella faida tra i trapper Simba La Rue e Baby Touche. Le deposizioni sono avvenute davanti al gip di Milano, Guido Salvini. Ascoltati nel weekend Sara Ben Salha (20 anni), Marco Locatelli (22 anni), Alan Christopher Momo (23 anni), e Dago Fabio Carter (25 anni).
Simba La Rue-Baby Touche, atto primo: storia di una vendetta incrociata
Mancava solo la testimonianza di Simba La Rue tra quelle ascoltate dal gip di Milano dopo gli arresti di otto membri del suo clan accusati del pestaggio al trapper rivale Baby Touche lo scorso 9 giugno. Simba La Rue, nome d’arte Mohamed Lamine Saida, trapper 20enne di Lecco, si trova infatti ancora ricoverato a Bergamo dopo essere stato accoltellato dal rivale a Bergamo il 16 giugno come vendetta nuda e cruda.
Tutti i sodali di Simba hanno ammesso le responsabilità di quanto accaduto, dal momento che le immagini video postate sui social network come atto autoritario non lasciano spazio a grandi dubbi: si vede chiaramente Baby Touche, nome d’arte di Mohamed Amine Amagour, rinchiuso nel baule di un’automobile dopo essere stato malmenato e con il viso tumefatto e sanguinante. A unire i due trapper c’è la figura di Sara Ben Salha, vicina a Simba La Rue e cotta amorosa di Baby Touche nonché esca che portò il giovane originario di Padova nella trappola fatta di calci e pugni.
L’ordinanza del giudice, infatti, ha evidenziato la progressione criminale già ricostruita dalle conversazioni intercettate sia al telefono che dalle cimici nascoste nelle loro macchine. Gli interrogatori proseguiranno nei prossimi giorni. L’ultimo, previsto per martedì prossimo, sarà quello di Simba La Rue, le cui dimissioni si attendono a breve già in giornata. Successivamente, la Procura di Bergamo analizzerà la “vendetta incrociata” avvenuta nel comune orobico di Treviolo.