Arrestata Sara Crocione la figlia di Sonia Diolaiti, la donna avvelenata a Ferrara. Alcuni amici non riuscendo a contattarla per giorni hanno dato l’allarme alle forze dell’ordine.  Dopo un lungo interrogatorio la figlia avrebbe detto di sentirsi perseguitata dalla madre. Richiesta una perizia psichiatrica per lei.

La città di Ferrara è sotto chock per il ritrovamento del corpo senza vita di Sonia Diolaiti. La vittima aveva 62 anni  ed è stata ritrovata in posizione seduta, ormai esanime, in corridoio. La donna era vedova di Stefano Corcione, medico dell’ospedale Sant’Anna e noto in città, viveva da sola in un appartamento al primo piano dello stabile di via Ortigara, pochi piani sopra viveva la sua unica figlia, Sara Corcione di 38 anni, principale indiziata per la morte della madre.

Dopo il ritrovamento, sul posto sono immediatamente arrivati i carabinieri e il pm di turno Lisa Busato per i primi rilievi del caso.  

Tutto è iniziato quando, una coppia di cittadini, amici della vittima, si è presentata al Comando della Stazione dei Carabinieri di Ferrara Principale preoccupata per le sorti di Sonia, che da un paio di giorni non rispondeva al telefono né al citofono di casa.

Così, sul posto sono arrivate le pattuglie delle Stazioni di Ferrara e Porotto insieme ai Vigili del fuoco, entrati nell’appartamento dalla finestra del primo piano. La donna è stata trovata, nel corridoio della sua abitazione, seduta e morta ormai da qualche giorno.

Sul corpo di Sonia sono state trovate tracce compatibili con l’avvelenamento. Sono state, inoltre, avviate tutte le procedure investigative del caso, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ferrara, con l’ausilio del medico legale e del personale addetto ai rilievi tecnico scientifici del Reparto Operativo e della Compagnia Carabinieri di Ferrara, i vicini hanno informato i militari che, al quarto piano dello stesso immobile, abitava la figlia della vittima. La donna è stata immediatamente contattata e sentita in merito allo stato di salute e ai rapporti che intercorrevano con la madre.

Dopo pochi minuti la 38enne ha rilasciato delle dichiarazioni, che sono state poi confermate anche durante l’interrogatorio, condotto dal Pm di turno con l’assistenza del difensore dell’indagata e durato tutta la notte. Al termine del sopralluogo del Sostituto Procuratore, insieme ai militari dell’Arma e al medico legale, la salma della 62enne, vedova e pensionata, è stata trasferita all’istituto di medicina legale di Ferrara per l’esame autoptico.

La figlia della vittima è stata sottoposta a provvedimento di fermo e trasferita nel carcere femminile di Bologna. Le indagini comunque proseguono per accertare le cause dell’omicidio.

Donna avvelenata Ferrara: situazione di disagio psicologico per la figlia

La donna avrebbe raccontato, durante l’interrogatorio, di sentirsi perseguitata dalla madre e di covare risentimento nei suoi confronti, per vicende risalenti all’adolescenza fornendo un quadro di disagio familiare con radici profonde. “Noi, ha detto, interpellato l’avvocato Ricciuti che difende la figlia della vittima, ci siamo messi a disposizione fin da subito degli inquirenti, rispondendo a tutte le loro domande e non nascondendo nulla. È emersa una situazione di disagio psicologico, che necessiterà di ulteriori approfondimenti clinici”. 

Possibile quindi che, nelle prossime ore venga chiesta una perizia psichiatrica per la 38enne, laureata ma attualmente disoccupata che non risulta essere seguita dai servizi sociali o dai servizi di igiene mentale.

Dall’interrogatorio, inoltre, non sono emerse questioni economiche tra le due donne, la pista principale rimane quindi quella del delitto legato ai pessimi rapporti personali tra madre e figlia.

Dai primi esami svolti sul corpo della vittima si è potuto risalire alla sostanza utilizzata per il delitto che risulta essere del nitrito di sodio, un conservante prodotto sinteticamente che reagendo con altre sostanze può diventare anche tossico, in questo caso probabilmente è stato sciolto in una tazza di tè che la donna ha bevuto prima di morire.

Al momento gli inquirenti non escludono l’ipotesi della premeditazione della figlia nell’uccidere la madre.