Superati i cinque mesi di conflitto, la guerra in Ucraina vive una fase di relativa tranquillità dopo che il dossier grano sembra essersi definitivamente sbloccato. Vediamo le notizie principali delle ultime ore.

Guerra in Ucraina, contatto telefonico Blinken-Kuleba

Nuova giornata di guerra in Ucraina che ha registrato pochi aggiornamenti dal punto di vista generale, vediamo quelli più significativi.

Partiamo con la cronaca diplomatica, che ha visto il colloquio telefonico tra il segretario di Stato americano Antony Blinken e il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. Una telefonata di cortesia per ribadire la vicinanza statunitense sulle questioni più urgenti, come annunciato in un punto stampa dal portavoce Ned Price:

Il Segretario Blinken ha ribadito l’impegno degli Stati Uniti a considerare la Russia responsabile delle atrocità commesse dalle sue forze contro il popolo ucraino. Inoltre, è stata affermata la necessità di una maggiore rapidità negli accordi per il trasporto del grano, senza che vi siano ulteriori ritardi.

Completano il quadro di una giornata abbastanza scarica due news relativamente collaterali: la prima riguarda l’allargamento della lista di Paesi a cui Gazprom a interrotto le forniture. Anche la Lettonia vede infatti azzerare il flusso in entrata dallo sbocco lituano di Klaipeda, è il 13° Stato membro “vittima” della procedura del colosso russo di gas. Infine, l’indiscrezione che vedrebbe la Germania fare un passo indietro nella dotazione di armi a sostegno di Kiev: non si tratterebbe di una novità assoluta.

Tweet choc dell’ambasciata di Mosca in UK

Il secondo dei tre grandi temi di giornata sulla guerra in Ucraina è sempre di carattere diplomatico, ma merita una sezione a parte: si tratta dello bufera mediatica innescata da un tweet dell’ambasciata russa a Londra, nel quale si afferma che i militari del battaglione Azov meritino l’impiccagione

I militanti dell’Azov meritano l’esecuzione, ma la morte non per fucilazione bensì per impiccagione, perché non sono veri soldati. Meritano una morte umiliante

La replica Ucraina arriva per voce di Oleg Nikolenko, portavoce dello stesso Kuleba:

Ricordatevi di questo tweet quando vi diranno che non si può isolare la Russia. Non esistono differenze tra i diplomatici russi che invitano a fucilare i prigionieri ucraini e i militari russi che lo fanno a Olenivka. Tutti loro partecipano a questi crimini e devono risponderne. E’ arrivato il momento di riconoscere la Russia come stato sponsor del terrorismo

Anche Twitter ha preso posizione sulla vicenda, parlando sì di violazione della condotta relativa all’incitamento all’odio ma di ritenere il tweet di interesse pubblico (e pertanto accessibile). L’account è poi stato cancellato.

Kiev chiede all’Onu che la Russia sia riconosciuta con lo status di Paese terrorista

Le parole di Nikolenko si allacciano in maniera esplicita a quanto accaduto ieri a Olenivka, piccolo borgo nel circondario di Donetsk, dove un commando russo avrebbe ammazzato 50 soldati ucraini ferendone un centinaio. Solo questa mattina il ministero della Difesa del Cremlino ha fatto sapere di provvedere alle cure mediche dei feriti, addossando le responsabilità dell’accaduto nei confronti di Kiev. 

Sul caso si appresta ad avviare un’indagine anche l’Onu, sulla scia di quanto richiesto dalla comunità internazionale e dalle mogli dei combattenti del Battaglione Azov.