Sogno di una notte di mezza estate, la più famosa delle opere di argomento comico del grande bardo dell’Avon, andrà in scena dal 3 al 14 agosto a Roma, nel Globe Theatre ‘Proietti’ di Villa Borghese. Lo spettacolo conta ben 17 attori, diretti dal regista Riccardo Cavallo, che ha voluto ricreare il mondo composito e complesso della pièce teatrale, con i suoi intricati intrecci amorosi, con la sua atmosfera di onirica meraviglia e con la malinconia sottesa ad un monito eterno: la felicità è lunga appena un attimo, appena un dito, appena la carezza del sole sulla terra. Si tessono insieme i fili, allora, della magia, della metamorfosi, della gelosia e del dispetto, fino a raggiungere l’atteso lieto fine, seguendo il filo sottile del sogno, che pervade con le sue leggi e il suo particolare flusso di eventi l’intero dramma. Addirittura, alla fine del Sogno di una notte di mezza estate, Puck si rivolge al pubblico, sorridendo: se non si fosse gradito lo spettacolo, rimaneva soltanto un mero sogno. Ecco il senso di uno spettacolo, che si lascia rapire dal reame onirico, per dare al pubblico l’impressione di un’irresistibile leggerezza, una fantasia alla quale abbandonarsi, piuttosto che un dramma dai caratteri più cupi. A confortare il pubblico circa la fine positiva di tutti gli avvenimenti provvede la levità stessa della commedia, il suo tono spensierato, che, tuttavia, lascia intravedere le ombre di una paura, che aveva permeato la riflessione di menti eccelse di un Rinascimento, pronto ad affacciarsi al barocco: l’uomo, col suo amore, rimane preda dei vezzi del caso, simili a trastulli e giochi di un’imprevedibile sentimento, fatto di provvisorietà e incertezze.
Sogno di una notte di mezza estate: le dichiarazioni di Riccardo Cavallo
Il regista rilascia alcune dichiarazioni sullo spettacolo, lasciandoci intravedere l’interesse per la differenza dei registri linguistici, che William Shakespeare è stato in grado di alternare, per delineare il tre mondi della sua pièce teatrale, ovvero il mondo della realtà, quello della realtà teatrale e, infine, quello della fantasia, dove si aggirano gli esseri fatati, che hanno reso questa commedia del cigno di Avon tanto importante:
“La notte di mezz’estate è una notte magica e il titolo ne svela immediatamente l’atmosfera onirica, irreale anche se, come viene precisato, la notte in cui si svolge gran parte dell’azione è quella del calendimaggio, la celebrazione del risveglio della natura in primavera e non in estate: è comunque l’augurio di un risveglio gioioso. Tre mondi si contrappongono: il mondo della realtà (quello di Teseo, Ippolita e della corte), il mondo della realtà teatrale (gli artigiani che si preparano alla rappresentazione) e il mondo della fantasia (quello degli spiriti, delle ombre). Ma i sogni alle volte possono trasformarsi in incubi: il dissidio fra Oberon e Titania che rivela a un certo punto un terribile sconvolgimento nel corso stesso delle stagioni, il rapporto tra Teseo e Ippolita, il conquistatore e la sua preda, la brutalità di certi insulti che gli amanti si scambiano sotto l’influsso delle magie di Puck. […] (Lo spettacolo) è come una serie di scatole cinesi. La grandezza di Shakespeare sta nell’aver saputo coinvolgere tre mondi diversi, ciascuno con un suo distinto linguaggio: quello delle fate che alterna al verso sciolto, canzoni e filastrocche, quello degli amanti dominato dalle liriche d’amore e quello degli artigiani, nel quale la prosa di ogni giorno è interrotta dalla goffa parodia del verso aulico. Il mondo è folle e folle è l’amore. In questa grande follia della natura, l’attimo di felicità è breve. Un richiamo alla malinconia che accompagna tutta la vicenda. “
Una pièce immortale, in grado di regalare al pubblico le debolezze umane, con la più dolce delle fantasie, grazie al mondo che ne viene delineato: per gli amanti del teatro e della letteratura inglese, l’appuntamento a Roma sarà davvero in grado di portare una ventata di leggerezza in un’estate quanto mai calda.
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